Due ambulanze sono state incendiate durante la scorsa notte presso l’Ospedale Piemonte. Secondo le prime informazioni, una bottiglietta contenente un liquido infiammabile sarebbe stata ritrovata nei pressi delle due vetture che sono state gravemente danneggiate dalle fiamme. Sulla questione interviene il Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte” con una nota firmata da Marcello Minasi.
“Alle ultime vicende dell’Ospedale Piemonte – si legge nella nota – culminate con la delibera del 21 settembre che sancisce, dopo anni di tentativi andati a vuoto, la chiusura del nosocomio, si aggiunge il vile attentato di oggi che ha seriamente danneggiato due ambulanze all’interno dell’ospedale”.
Per Minasi l’episodio va collegato “al clima di generale dismissione ed abbandono, sapientemente pilotato da una regia occulta, che ha operato in funzione di interessi comuni e convergenti che richiedevano lo smantellamento della struttura, così come chiaramente denunciato, nel comunicato stampa del 23 settembre, dal Movimento 5 Stelle, l’unica forza politica schieratasi a vera difesa dell’ospedale. L’incomprensibile ottimismo del Sindaco Renato Accorinti con le sue entusiastiche dichiarazioni, conferma che i suoi consulenti in tema sanitario, continuano ad esporlo all’incredula disapprovazione della cittadinanza e dei suoi stessi sostenitori”.
Il comitato, inoltre, esprime sconcerto per il comportamento ambiguo dell’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi, al quale chiedono di ripristinare immediatamente il ritorno alle regole e ai principi della buona amministrazione “più volte calpestati dal Direttore Generale del Papardo-Piemonte (Michele Vullo, nda), chiedendone l’immediata rimozione così come la revoca dell’intempestiva delibera n° 602/DG del 16 settembre che sancisce la chiusura dell’Ospedale”.
In conclusione Minasi stigmatizza l’eccessivo ricorso dell’Azienda Papardo/Piemonte a provvedimenti disciplinari inoltrati “da una commissione impropriamente creata per il controllo delle opinioni espresse dai dipendenti nei social network. Ciò autorizza il sospetto che questi provvedimenti disciplinari siano funzionali ad una sorta di controllo del dissenso interno all’azienda”.
