Zaini in spalla, quaderni che odorano di nuovo, la merenda, l’incontro con i nuovi e vecchi compagni, il tuo complice di banco, la maestra, i professori, i tuoi genitori che accompagnano i primi passi, i tuoi genitori che non vedevano l’ora che ricominciasse.
Per 9 milioni di studenti oggi è il primo giorno di scuola di un nuovo anno pieno di aspettative. Emozioni che corrono anche per chi la scuola l’ha finita da un pezzo, e stamattina si ritrova seduto in cattedra, lontano da casa, dopo aver ricevuto la sospirata chiamata all’insegnamento.
«Abbiamo fatto un enorme sforzo perché siate protagonisti» ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini rivolgendo un “in bocca al lupo” ai 9 milioni di studenti che da oggi tornano a scuola.
«Ci sarà il potenziamento di materie importanti, di quelle che a volte piacciono o che bisogna cominciare a far diventare affascinanti perché lo sono, come la matematica, le competenze linguistiche, la lingua straniera, l’arte, la musica», ha aggiunto il ministro.
«Insomma, è un anno che può diventare quello che noi vorremmo: la scuola che rende protagonisti, studenti e insegnanti», ha affermato la titolare del dicastero di viale Trastevere.
«Gli insegnanti complessivamente hanno accettato la sfida di una scuola che cambia e che vuole essere al passo dei tempi», sottolinea il ministro, ricordando che soltanto il 2% dei precari ha rinunciato alla proposta di assunzione nella fase B del piano di immissione in ruolo. «Ringrazio – ha aggiunto – gli insegnanti che oggi per la prima volta entrano da professori stabili nella scuola».
«Il valore fondamentale, che sarà il vero risultato della fine del precariato, è la continuità didattica. Questo – ha spiegato Giannini – è un anno di transizione che fa partire il primo passo di una riforma ambiziosa che vuole dare alla scuola tutto ciò di cui ha bisogno: insegnanti e nuove possibilità di apprendimento per gli studenti. Vogliamo che sia un anno che non sconvolge gli assetti e per questo chi ha una supplenza per quest’anno potrà restare al suo posto».
Ieri intanto si è chiusa la fase B del piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona Scuola: sono 8.532 le cattedre assegnate, su 8.776 a disposizione. Solo 244 professori precari hanno detto «no» al posto fisso, 52 hanno esplicitamente rinunciato e 192 non hanno risposto. Dunque, oltre il 97% dei docenti ha accettato. E dopo la fase B delle assunzioni, entro l’autunno è prevista una fase C, quella destinata al potenziamento, con oltre 55 mila posti a disposizione. Entro dicembre dovrebbe essere invece bandito un nuovo concorso.