Sarebbe dovuta durare soltanto mezz’ora o poco più la seduta del consiglio svoltasi nella serata di ieri, martedì 19 giugno, secondo le previsioni non soltanto generali ma anche del presidente Angelo Paride Pino che se ne era detto piuttosto sicuro coi colleghi e con alcuni cittadini interessati ad ascoltare.
Dopotutto i punti all’ordine del giorno erano soltanto due, di cui uno velocissimo: il giuramento del Dott. Carmelo Materia, assente alla prima convocazione e sbrigato in pochi secondi, seguito dalla definizione della commissione elettorale tramite una votazione che effettivamente non ha richiesto più di venti minuti complessivi (con tanto di pausa consultiva).
Invece si è iniziato verso le 19:15 e si è usciti dalla sala poco prima delle 22. Più di due ore e trenta di chiarimenti, dovuti per alcuni e abbastanza apprezzati da chi li ha ascoltati, con tanto di auguri alla nuova giunta da un lato e qualche critica dall’altro.
E molte sorprese. Il primo ad intervenire è stato il consigliere Paolo Calabrò che col collega Massino Alosi ha annunciato la riformulazione del rispettivo gruppo consiliare, mutante da UDC generico a “Barcellona in Movimento”, con l’auspicio di confluire in futuro nel “Partito della Nazione”, il nuovo polo misto desiderato dall’On. Casini. La lettura del comunicato è stata accolta da tutti, cittadini compresi, in attento silenzio: i due consiglieri in questione sono infatti quelli sotto minaccia di espulsione dall’UDC, partito cui ribadiscono ancora un volta di appartenere incamminandosi però su una possibile strada parallela e tendendo una mano a coloro i quali, in difficoltà con le rispettive segreterie e/o compagni di giunta, dovessero desiderare una alternativa al famoso Gruppo Misto. Chissà che proprio Francesco Bucca, unico rappresentante dell’MPA rimasto in consiglio, non giunga a tenerne conto, evitando di seguire il compagno Sottile. Anche se ciò andrebbe contro le disposizioni generali di Lombardo che col nuovo progetto di Casini ha detto di non voler avere a che fare.
E proprio dagli eletti nell’MPA si sono avute altre sorprese: Sottile ha tenuto prontamente a ribadire che non è entrato nel PD come scritto dalla Gazzetta del Sud, chiarendo che la propria adesione al Gruppo misto non lo colloca per forza nel movimento di Bersani, essendo di per sé deciso a rimanere una voce autonoma, libera di esprimersi secondo propria coscienza. Un pensiero chiarito prima dell’apertura della sala, in un corridoio che man mano si riempiva e dove già il politico aveva manifestato seccatura per quella notizia, a suo dire infondata ma pubblicata su un quotidiano letto da tutta la provincia.
Quanto a Bucca la sua non è sembrata una posizione invidiabile: ha rinnovato, con sentita convinzione, la propria fedeltà all’MPA ed alla politica di Lombardo, dicendosi talmente restio ad aderire al gruppo misto da lanciare una proposta: votare l’abrogazione dell’articolo che gli vieta di fare da capogruppo per se stesso, impedimento che causa la scomparsa di una rappresentanza MPA dal consiglio. Più di così il consigliere non poteva e
E non è finita: sia prima che dopo le dichiarazioni di Sottile e Bucca il consiglio si è prodigato in auguri alla giunta i cui mandati sono stati confermati ufficialmente, cogli assessori che già da giorni occupano gli uffici dei vari settori, e mentre anche Armando Alosi dichiarava se stesso ed il proprio gruppo pronto ad augurare un buon lavoro al sindaco promettendo al contempo un monitoraggio continuo al fine di bloccare eventuali proposte contrarie al bene della città, citando il diritto di fare opposizione a provvedimenti lesivi per la comunità; un altro giovane di centrodestra rimproverava Maria Teresa Collica, per alcuni “la sindaco” e per altri “la sindaca o sindachessa”, il fatto di aver previsto un solo giorno di ricevimento al pubblico, il mercoledì dalle 10 alle 12.
Così a propria difesa l’interessata si è scusata dicendo che in questo primo mese di insediamento la situazione delicata della città ha richiesto diversi viaggi a Palermo e nel resto della regione, riservandosi comunque di fissare appuntamenti fuori orario per questioni urgenti. E questo è stato soltanto uno dei botta e risposta, tanto che citarli tutti richiederebbe pagine intere.
Ma uno è comunque da annotare: l’agonistico confronto tra i consiglieri Armando Alosi (PdL) e Orazio Calamuneri (PD) riguardo l’articolo della Gazzetta del Sud citante la questione del Seme d’Arancio. Davvero il caso di dire il Seme della Discordia, tanto che sulla questione ha pensato di dover chiarire una volta per tutte la stessa Mariateresa Collica, ribadendo l’essersi trattato d’un esoso contenzioso che il comune in questo momento di difficoltà ha dovuto chiudere anche per motivi finanziari. Insomma quando si è trattato di sciogliere la sessione sul viso del presidente e di alcuni assessori è comparso un sorriso liberatorio mentre altri forse pensavano che effettivamente v’è un consiglio comunale che anche tramite i tre eletti per la rappresentanza nella commissione elettorale, Gianluca Sidoti, Sebastiano Aronica (entrambi PdL con 9 voti ciascuno) e Giosuè Gitto (Partecipazione Popolare, 7 voti), non darà nulla per scontato nel futuro prossimo dell’amministrazione, con la speranza che il confronto che ne conseguirà sarà produttivo e sempre finalizzato, comunque, al bene di Barcellona e non alle beghe di partito.
Si dice che la democrazia sia figlia del confronto e se davvero è così allora forse Barcellona è sulla buona strada, basta che poi si sia uniti sulle questioni più importanti per una città già a terra cui è arrivata anche la notizia di mancato indennizzo per l’alluvione di Novembre. Evitare ostruzionismi è di vitale importanza adesso per risollevarsi dalla crisi, ed un consigliere comunale che dovesse far finta di non saperlo potrebbe non essere amato dalla propria città, qualunque ne sia la provenienza politica. (CARMEN MERLINO)