“Possiamo ribattezzarlo un Margherita 2”, così la Cisl commenta la “morte dell’ospedale Piemonte”.
Una dipartita annunciata, preordinata e architettata ad arte già da un po’, secondo quanto riferisce la sigla sindacale che attacca le istituzioni e la politica locale (dall’amministrazione alla deputazione rea di non aver “saputo difendere quest’importante presidio della città”) a cui sarebbe mancata la “determinazione” necessaria.
E in tutto questo tempo, i briefing con l’assessore Borsellino, le proposte trasversali, i tavoli di confronto e i dibattiti sarebbero stati solo “esternazioni strumentali per far perdere le tracce di ciò che ormai era stato deciso nelle segrete stanze”.
Un fumo negli occhi gettato per distrarre la comunità messinese mentre molti, giocando a “scarica barile” assecondavano -continua la dichiarazione- le scelte “dettate dal livello regionale, mettendoci in mezzo anche gli esecutori degli ordini che rispondono ai direttori generali quali longa manus delle decisioni prese in altre stanze, che hanno operato una lenta e continua azione di depotenziamento di strutture, servizi; personale medico e paramedico”.
Entro il prossimo dicembre, stante il taglio di 6 milioni operato dalla regione, del nosocomio di Viale Europa potrebbe restare poco o niente: tendenzialmente ambulatori, reparti dedicati a riabilitazione e lungodegenza, oltre a psichiatria e malattie infettive.
Il resto dovrebbe passare al Papardo, punto nascite compreso. E ovviamente, il pronto soccorso.
Anche il dg dell’azienda Ospedali Riuniti, Michele Vullo, chiarisce che non è sua intenzione chiudere il pronto soccorso del Piemonte già il prossimo 16 agosto, precisa che all’indomani del ferragosto si dedicherà proprio all’avvio del percorso di unificazione delle Unità operative.
L’unica salvezza per quel poco che di salvabile resta dell’Ospedale del centro città, risiede nella proposta di fusione con l’IRCCS Bonino Pulejo, sostenuta da alcuni dei deputati messinesi, fino ad ora. Il ddl relativo dovrebbe giungere in aula a settembre e fino ad allora, i parlamentari Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, Santi Formica, Nino Germanà e Salvo Lo Giudice che insieme hanno firmato un’interrogazione urgente rivolta al l’assessore Baldo Gucciardi, ritengono si debba mettere in stand by l’ “iter di chiusura del pronto soccorso, annunciato dai vertici dell’azienda”.
I deputati, scrivono in una nota congiunta che vigileranno “affinché non vengano compiuti atti di imperio a danno del pronto soccorso dello storico ospedale Piemonte, sia pure fatti derivare da presunto rispetto di regolamento, leggi o discipline da sempre esistenti e per la cui inottemperanza fino ad oggi, nel caso in cui questa venisse accertata, chiederemo certamente conto a chi di dovere”. (@Eleonora.Urzì)