Il Mur de Huy torna a parlare catalano. Joquim Rodriguez si è aggiudicato la terza tappa del Tour de France 2015 che vedeva l’arrivo su questa leggendaria salita belga mettendo in mostra tutta la sua esplosività. Il leader della Katusha, vincitore della Freccia Vallone nel 2012, è partito al momento giusto riuscendo a mettere in riga tutti i rivali, in particolare Tony Gallopin (Lotto Soudal) che aveva provato invano ad incollarsi alla sua ruota prima di crollare. L’altro vincitore di giornata è Chris Froome che, offrendo segnali importantissimi, chiude in seconda posizione riuscendo a strappare la maglia gialla dalle spalle di un dolarante Fabian Cancellara (Trek Factory Racing) e guadagnando secondi importanti sui diretti rivali nella lotta al trono di Parigi. Prestazione onorevole quella di Alexis Vuillermoz (Ag2r La Mondiale) che, libero da ordini di scuderia, non riesce per un soffio a completare la sua rimonta chiudendo con un comunque eccellente terzo posto. Vincenzo Nibali (Astana), Tejay Van Garderen (BMC) e Nairo Quintana (Movistar) pagano 11 secondi, un Alberto Contador (Tinkoff-Saxo) in leggera difficoltà 18, mentre naufraga Thibaut Pinot (FDJ) che taglia il traguardo con un ritardo superiore al minuto.

Esattamente come ieri, ma con un lunghissimo trasferimento da Anversa, la fuga nasce al chilometro zero quando Bryan Nauleau (Europcar) dà il via alle danze. Jan Barta (Bora – Argon 18), Martin Elmiger (IAM Cycling) e Serge Pauwels (MTN-Qhubeka) sono pronti a seguirlo ottenendo immediatamente il benestare di un gruppo per niente intenzionato a sprecare energie dopo un’intensa seconda frazione. Il vantaggio del gruppo di testa non fatica dunque a farsi consistente, raggiungendo il massimo di circa 4 minuti. La loro azione viene però annullata con l’avvicinarsi delle quattro côtes poste negli ultimi cinquanta chilometri di gara e a, 66 chilometri dal traguardo di Huy, alzano bandiera bianca. La tensione in gruppo è tanta e così uno scontro tra William Bonnet ed un Bora – Argon 18 scatena una paurosa maxi-caduta dove a farne le spese sono in tanti: Tom Dumulin (Giant-Alpecin) e Simon Gerrans (Orica GreenEDGE) sono costretti ad abbandonare la corsa; un’acciaccata maglia gialla Fabian Cancellara (Trek) riesce invece a continuare. Vista la straordinarietà della situazione, il direttore della Grande Boucle Christian Prudhomme prende la decisione di neutralizzare la corsa ai piedi della Côte de Bohissau. Il servizio medico a seguito della carovana non è in grado di garantire un’assistenza adeguata ai corridori ancora in gara. La gara riprende dopo qualche minuto di attesa, ma tornerà ad infiammarsi solo sulla Côte de Chérave quando Thibaut Pinot(FDJ) e Rui Costa (Lampre-Merida), finito a terra qualche chilometro prima, non riescono a tenere il passo del plotone tirato da Rafal Majka. Si giunge così al Muro di Huy dove Giampaolo Caruso si porta subito al comando, il siciliano è però ben presto superato da Chris Froome (Sky) che prova ad aumentare il ritmo. A sferrare l’attacco decisivo è però Joaquim Rodriguez (Katusha) che si toglie di ruota il generoso Tony Gallopin, contenendo la rimonta del keniano bianco.

ORDINE D’ARRIVO

CLASSIFICA GENERALE