Perdere una battaglia non significa perdere una guerra. Il destino regala al Messina, uscito sconfitto dal Granillo di Reggio Calabria, un’altra chance per ribaltare il primo del doppio confronto tra le due sponde dello stretto, sabato alle 15. L’ultima, la più importante, per conquistare il verdetto finale e dare un senso agli ultimi tre anni, due dei quali vittoriosi. Una guerra però non si può vincere senza l’esercito: questa squadra ha bisogno dei suoi tifosi, quelli che oggi, nonostante in numero nettamente inferiore per ovvie ragioni rispetto ai reggini, hanno tutt’altro che demeritato, meritando il rispetto di rivali e non, un po’ in tutta Italia. Questi eroi del tifo, con tutti i pregi e difetti a carico, pronti comunque a difendere l’orgoglio di una città che evidentemente dal calcio si sente rappresentata, oggi chiedono il sostegno di tutta la cittadinanza, per riempire gli spalti del San Filippo e rispondere a dovere all’egregia cornice di pubblico fornita dagli eterni rivali: roba d’altre categorie che ancora oggi rende il derby dello stretto uno dei più affascinanti d’Italia. La rinascita della città passa, con le dovute distanze, anche dallo sport che più la rappresenta e che Arrigo Sacchi definì “la cosa più importante delle cose meno importanti”. Svuotati da ogni banale retorica, questi ragazzi che evidentemente hanno avuto delle difficoltà durante tutto l’arco di una stagione, sabato porteranno un peso non indifferente sulle proprie spalle, un peso da dividere tutti insieme, per salvare non solo la categoria ma anche il futuro dell’Acr Messina. Tutti insieme ce la si può fare: ribaltare l’1-0 dell’andata non è una missione impossibile. Questo il messaggio del tifo organizzato giallorosso:
Sia chiaro: ogni riferimento è puramente sportivo. @RobertoFazio