Quarantuno anni e non sentirli, almeno nella testa e nelle gambe, ma anche nel cuore perchè Giorgio Corona continua ad essere simbolo incontrastato di questo Messina e chissà quando e se riuscirà mai a smettere di esserlo. Spiga di grano in mezzo alla zizzania di un calcio sempre più malato, con la classe di chi nel commentare quanto sta accadendo negli ultimi giorni, fra calcio scommesse e sentenze record, guarda solo in casa propria senza esprimere particolari giudizi: “a me onestamente non interessa nulla, anche perchè il problema non riguarda noi ed io penso solo al Messina. Se sono malati gli altri è un problema loro. Io penso a me, alla mia società, alla mia squadra”.
Dopodomani, sebbene a fatica dovremmo usare ancora il condizionale (la sentenza sul ricorso potrebbe arrivare in tarda mattinata o primo pomeriggio di oggi, salvo non più inusuali colpi di scena), il primo dei due round per decidere le sorti giallorosse. Guai a sottovalutare gli avversari, nonostante la difficile ed ormai insanabile emorragia societaria, ma altrettanto errato sarebbe pensare di assistere ad un replica di quanto visto nell’atto finale della regular season (2-1): “non bisogna sottovalutare l’avversario da questo punto di vista, bisogna prepararla come se fosse una finale. Andremo a Torre Annunziata per cercare di vincere, non andremo li per pensare di giocarci tutto al San Filippo. Mi aspetto un Savoia più cattivo ed aggressivo, l’ultima volta non fu esattamente partita vera.In ogni caso dobbiamo fare di tutto per salvarci al di là di chi sarà l’avversario, siamo pronti”.
Ogni compleanno che si rispetti merita un regalo dignitoso. Corona non ha dubbi, bisognerà pazientare ancora qualche giorno ma una volta scartato tutto avrebbe un senso: “il mio regalo? Lo festeggeremo il 30 maggio”.