Serie A: Urlo Napoli, per Champions ed Europa League si deciderà in volata. Juve ko, derby al Toro

Tre settimane fa per il Napoli era stato intonato il De Profundis: tutti, scrivente incluso ovviamente, avevano considerato gli azzurri fuori dalla corsa Champions dopo il ko contro la Roma. Gli uomini di Benitez erano scivolati al sesto posto, rispettivamente a 8 e 9 punti dalle romane. Nessuno avrebbe puntato un euro sui partenopei, che invece hanno infilato tre vittorie consecutive (eliminando nel frattempo il Wolfsburg in coppa), sfruttando contestualmente i passi falsi delle capitoline, ultimamente marcianti al passo del gambero. Risultato? Alle spalle della Juventus, che per lo scudetto continua ad aspettare il conforto dell’aritmetica, troviamo la seguente situazione: Lazio 59, Roma 58, Napoli 56, anticamera di una volata entusiasmante come non mai. Una resterà fuori dalla Coppa dalle grandi orecchie, oggi però sono i giallorossi i maggiori indiziati e il trend è inesorabilmente a favore di Higuain e compagni. Imprevedibilità allo stato puro: in sintesi il bello del calcio. Riaperti anche i giochi per l’Europa League: le sconfitte di Sampdoria (50 punti) e Fiorentina (49) hanno riproiettato in orbita Torino e Genoa (47).

Questo il Bignami della trentaduesima giornata di Serie A, adesso analizziamo in sintesi cosa è successo sui dieci campi di gara.

Partendo proprio dal posticipo, la notte del “San Paolo” doveva essere quella di Mihajlovic, candidato più papabile alla successione di Don Rafé, invece è stata quella del Pipita, protagonista con una doppietta, del grande ex Manolo Gabbiadini – autore del momentaneo 1-1 complice Viviano – e soprattutto dello scugnizzo Lorenzo Insigne, tornato a gonfiare la rete dopo 203 giorni: lacrime di gioia per mettere definitivamente alle spalle la lesione al crociato. La Samp di Sinisa ha deluso, parecchio, e l’infortunio occorso a Eder potrebbe compromettere sul più bello una stagione sin qui positiva al di là delle più rosee aspettative.

Peggio ancora ha fatto la Viola, sempre più in caduta libera: perdere in casa 3-1 contro il Cagliari è quasi il massimo del minimo, per quanto qualsiasi avvicendamento in panchina (Festa è subentrato al disastroso Zeman dimissionario) comporti nuova linfa motivazionale. L’essere ancora in corsa su due fronti non sta giovando e l’ostica doppia sfida con il Siviglia giocoforza priverà i toscani di altre energie.

Per ciò che concerne gli incontri del pomeriggio, il piatto forte era costituito dal derby della Mole. La follia di pochi stolti, tra assalti ai pullman e bombe carta, ha quasi fatto passare in secondo piano l’impresa del Toro, che capitalizzando il suo proverbiale cuore (e le reti di Darmian e Quagliarella, altro ex spietato) è tornato a far sua la stracittadina dopo un ventennio, facendo esplodere i tifosi granata assiepati sugli spalti dell’Olimpico. In casa Juve l’unica nota lieta è stata rappresentata dal ritorno di Andrea Pirlo a livelli cattedratici, per il resto tanta distrazione. Menti già rivolte al primo atto contro il Real Madrid, in programma fra 8 giorni allo Stadium, inevitabile con il tricolore già in cassaforte.

La Lazio ha mancato l’occasione di staccare i cugini, facendosi imporre il pari tra le mura amiche da un Chievo già abbondantemente salvo: troppe assenze, flessione fisica o vertigini? Probabilmente la prima, ma lo scopriremo nelle prossime puntate. Frattanto Lotito ha gioito per la promozione in B dell’altra società della sua scuderia, la Salernitana.

Bene il Genoa di Diego Perotti, impostosi per 3-1 sul derelitto Cesena all’esito di un match davvero avvincente; benissimo il monumentale Luca Toni, neo vice capocannoniere a dispetto dei quasi 38 anni di età. Trovare aggettivi per l’ariete di Pavullo risulta ormai complicato: con la doppietta realizzata contro il Sassuolo ha raggiunto quota 17, a un solo gol da Tevez. Simbolo di un Verona coriaceo e vittorioso malgrado l’inferiorità numerica sofferta per 73 minuti.

Il Parma ha vinto ancora al “Tardini”, vittima settimanale l’altalenante Palermo di Iachini e Dybala: altro applauso alla professionalità dei ducali. Mentre nel lunch match di Bergamo l’uomo copertina è stato German Denis, nel bene ma soprattutto nel male. Il Tanque con un’incornata ha regalato un pareggio ormai insperato all’Atalanta, dato che l’Empoli conduceva per 2-1 fino al minuto 92, ma poi negli spogliatoi si è reso autore di una vigliacca aggressione ai danni di Tonelli. Macchiarsi di una simile onta, con 33 primavere sulle spalle, è davvero deprecabile. Prevedibile stangata in arrivo da parte del Giudice Sportivo: la stagione per il centravanti argentino potrebbe finire anzitempo, il margine di 7 punti attualmente vantato sulla terzultima dovrebbe comunque consentire agli orobici di tagliare il traguardo salvezza.

Chiudiamo l’analisi a ritroso con gli anticipi del sabato che hanno visto impegnate le due milanesi. L’Inter ha superato in casa la Roma per 2-1, a decidere è stato Maurito Icardi sul filo di lana: successo importante sia per il morale che per la fiammella europea, tornata ad ardere timidamente grazie agli scivoloni altrui. Con il medesimo risultato il Milan è uscito malamente sconfitto dal “Friuli” di Udine, suscitando la prima incazzatura di mister Inzaghi, che ha optato per la linea dura (leggasi ritiro) soltanto alle soglie di maggio. Meglio tardi che mai: Pippo farà tesoro di quest’annata – gestione mediatica compresa – in vista della sua prossima esperienza da allenatore. Sempre che non faccia la stessa fine di Ciro Ferrara.

@JodyColletti

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