Ustica Lines fa un passo indietro. Ha deciso di “soprassedere”, ovvero mettere da parte la minaccia di stoppare i collegamenti per le isole Egadi ed Eolie come annunciato a partire dal prossimo 12 aprile .
Decisivo un vertice in Prefettura, a Messina, alla presenza dell’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Giovanni Pizzo, dei dirigenti del relativo dipartimento e degli amministratori dei Comuni eoliani, convocati dal prefetto Stefano Trotta.
“I partecipanti hanno sostanzialmente convenuto sulla necessità di porre al centro dell’attenzione gli interessi dei territori coinvolti, e quindi il diritto alla continuità territoriale dei residenti e dei pendolari, nonché le problematiche che ricadrebbero sulla presenza turistica nelle isole che costituisce una risorsa per tutta la regione – si legge in un comunicato prefettizio – Dopo approfondita discussione si è pervenuti al risultato di soprassedere sulla minacciata interruzione del servizio e di avviare un dialogo con gli uffici regionali in vista del superamento delle criticità rappresentate”.
Sulla vicenda anche il deputato nazionale Vincenzo Garofalo, di Area Popolare, è intervenuto con una nota destinata alla Regione, a cui chiede maggiore chiarezza: “I servizi essenziali come i collegamenti con le isole vanno garantiti. Lo sa bene la Regione che chiama lo Stato a fare la sua parte quando si tratta di Metromare e che sui collegamenti con le isole minori non può tirarsi indietro. Al posto di prendere tempo dia risposte e faccia chiarezza su quanto avvenuto. E lo faccia in tempi brevi perché gli abitanti di queste aree non possono restare isolati”.
Una situazione che il parlamentare messinese, definisce “una follia”: “Ustica Lines ha garantito il servizio a partire da aprile del 2014 dopo avere vinto un bando di gara con il quale si assegnava la gestione per 22 mesi. Nelle more della stipula del contratto, proprio al fine di evitare l’interruzione del servizio ritenuto essenziale, la Regione chiedeva ad Ustica, con una lettera del 31 marzo 2014, di gestirlo provvisoriamente. Oggi, a dodici mesi di distanza da quella data, contesta i parametri indicati dal bando stesso e riconosce solo 15 dei 30 milioni calcolati affidandosi sempre al bando”.