Bancarotta fraudolenta, arrestato l’imprenditore gioiosano Pietro Mollica. Sequestrati beni per 108 milioni di euro

I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno arrestato nella Capitale l’imprenditore di origini siciliane Pietro Tindaro Mollica con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Il 54enne  è stato raggiunto da uno dei due provvedimenti cautelari emessi dal gip del Tribunale di Roma, nell’ambito dell’operazione “Variante inattesa”, partita dopo l’esito di complesse indagini coordinate della Dda di Roma e svolte dal nucleo di polizia tributaria della Capitale, che hanno consentito di accertare reati di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia.

Quattordici gli indagati,  tra cui  Pietro Mollica, attivo nel settore delle opere pubbliche su scala nazionale, tanto da avere vinto nel tempo appalti per centinaia di milioni di euro. Gli agenti delle Fiamme Gialle hanno inoltre eseguito eseguito un grosso sequestro di beni per circa 108 milioni di euro e decine di perquisizioni in tutta Italia, comprese alcune sedi storiche dell’impresa in Sicilia tra Brolo, Gioiosa Marea e Piraino, in provincia di Messina, da dove il gruppo Mollica è storicamente partito negli anni ’80, per poi espandersi a livello nazionale e impiantare la sede operativa a Roma, una volta superata la bufera di Tangentopoli, tra inchieste e processi.

Le indagini hanno consentito di ricostruire l’attività del gruppo capeggiato da Mollica, amministratore di fatto delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, seppure intestate a prestanome. In totale sono 24 le perquisizioni effettuate tra Lazio, Sicilia e Veneto.

L’attività degli investigatori si è concentrata, in particolare, sul Consorzio Aedars accertando che nel corso del decennio 2003-2013 si è aggiudicato una serie di appalti pubblici tra cui le commesse, ancora in fase di esecuzione, indette dall’Ufficio del commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall’Adr Aeroporti di Roma, all’Anas Spa-Sicilia e dalla Regione Sardegna e da altre amministrazioni locali per un valore totale di 118 milioni di euro.

L’Aedars, secondo quanto riferito da oggimilazzo.it, è finita l’anno scorso anche nel mirino della procura di Barcellona che stava indagando proprio sull’appalto da 12 milioni di euro per il restauro del castello di Milazzo. “Le forze dell’ordine delegate dalla Procura del Longano ha acquisito atti relativi all’appalto concorso e agli stati di avanzamento lavori – si legge -Il periodo interessato va dal 2007 al 2010. Il cantiere del castello ormai è stato chiuso e collaudato. Grazie all’assessore ai Beni Culturali Dario Russo il consorzio ha dovuto realizzare 400 mila euro di prescrizioni a proprio spese”.

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