Scorrimento si, ma a scartamento ridotto. Il manager dell’Asp 5 Gaetano Sirna si è preso una giornata di riflessione, ma alla fine, nel tardo pomeriggio di mercoledì 11 gennaio, decide di dare ascolto ai sindacati e al prefetto di Messina Stefano Trotta, con i quali si era incontrato martedì 10 gennaio 2015. I secondi 130 (di una graduatoria che conta 5400 persone) ausiliari precari dell’Asp 5 di Messina avranno la proroga di altri sei mesi dell’incarico in modo da arrivare ad un anno di servizio, come i primi 130, che avevano lavorato dal primo luglio del 2014 al 31 luglio del 2015.
Il direttore generale, in prima battuta, aveva invece deciso di non prorogare i contratti e, invece, di richiamare in servizio i primi 130. Il motivo l’ha spiegato anche ai sindacati e al prefetto: “La legge lo consente,la meritocrazia e il rispetto della casse pubbliche ce lo impongono”, aveva motivato Sirna forte del fatto che l’avviso pubblicato a suo tempo per la formazione della graduatoria non stabilisse la durata degli incarichi ma specificasse soltanto “ai fini dell’eventuale conferimento di incarichi a tempo determinato”. Il prefetto Trotta, che ha fatto da arbitro tra il manager e i sindacati, l’ha comunque invitato a tenere conto della situazione di disagio economico e sociale che vive la città.
Gaetano Sirna, invece di prorogare i contratti di coloro già in servizio, aveva un’altra scelta: chiamare il terzo gruppo di 130 della graduatoria, applicando da subito lo scorrimento. “Al termine dei sei mesi, se ci saranno esigenze di personale ausiliario negli ospedali, chiamerò il terzo gruppo di precari”, promette il manager. Che sottolinea: “Rimango convinto della bontà della prima soluzione”.
Sei mesi (o un anno) lavorano i primi 130. I sei mesi (o anno) successivi lavorano gli altri 130 che li seguono in graduatoria, mentre i primi si “godono” l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps che nei sei mesi precedenti avevano percepito gli altri e così via a scorrere.
Gli ausiliari precari dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina (e di tutte le aziende sanitarie della regione Sicilia) fanno questa vita da anni: una vita da precari all’insegna del “lavorare poco, lavorare tutti”, nell’attesa che un concorso pubblico dia stabilità alla loro posizione lavorativa.
A imporre lo scorrimento sono gli avvisi pubblici confezionati al momento della formazione della graduatoria, che in genere vale 3 anni, in cui si precisa che sono diretti a conferire incarichi per sei mesi o per un anno. In questo modo, una volta che i lavoratori hanno esaurito il periodo di incarico fissato dal bando, si deve procedere allo scoririmento della graduatoria, come hanno più volte stabilito i giudici del Lavoro. Così invece non è stato nel caso dell’ultimo bando per formare la graduatoria degli ausiliari, in cui si parklva genericamente di “eventuali incarichi”.
Domenico La Rocca, segretario della Fials sanità, spiega: “Il problema non è se lo scorrimento è giusto o meno. La legge vieta gli incarichi a tempo determinato. Se ci sono posti in organico vuoti, come ci sono all’Asp 5, bisogna fare i concorsi per dare certezza alla gente e non alimentare le clientele: così è stato fatto al Policlinico di Messina, ad esempio”.
A cercare di eliminare il precariato degli ausiliari all’interno dell’Asp 5 ci aveva provato l’ex commissario straordinario Francesco Poli. Nel 2012 bandì un concorso per coprire con lavoratori a tempo indeterminato i posti in organico non coperti. Furono presentate 6mila domande. La commissione del concorso ne esaminò 2mila. ll successore di Poli, Manlio Magistri, sospese le procedure concorsuali. “La motivazione della decisione di Magistri – afferma La Rocca – è per me ancora incomprensibile”. (www.micheleschinella.it)