Accorpamento Camera di Commercio, Schipani (Confindustria) “inevitabile”, Picciotto (Confcommercio) “non staccheremo spina”

Che le Camere di Commercio siciliane dovessero passare da 9 a 3 era stato deciso a luglio del 2014 dalla giunta di Unioncamere Sicilia (composta dai vertici dei nove Enti camerali dell’isola) che ha approvato all’unanimità l’atto di indirizzo che prevede la riorganizzazione delle sedi territoriali. Gli accorpamenti seguono le caratteristiche geo-economiche dei territori e rispettando la richiesta di Unioncamere di procedere per aggregazioni di Camere di commercio per formare nuovi enti che abbiano un bacino di imprese superiore alle 80mila unità.

Messina, infatti, sarà aggregata a quelle della Sicilia Orientale, con Catania, Ragusa e Siracusa.

Ma se per Confindustria Messina “alla luce dell’incontro avuto con il Commissario Dott. De Francesco, risulta chiaro che la scelta è vincolata, non solo dai tempi ridotti, ma soprattutto dalla imprescindibile sostenibilità economica dell’Ente” e che “questi fattori non consentono al momento di vagliare altre soluzioni”, la Confcommercio tenta la via della diffida, invitando i commercianti a sottoscrivere l’atto di diffida all’Assessorato alle Attività produttive, retto da Linda Vancheri e contestando l’intervento di Schipani accusato di “celebrare un funerale”.

“Il solo auspicio possibile è che non si tratti di un processo irreversibile – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Messina, Schipani – Sugli aspetti finanziari è necessario fare chiarezza. Le direttive dell’Assessorato alle Attività produttive raccomandano, com’è corretto, di mantenere il bacino occupazionale.

La Camera di Commercio di Messina – continua Schipani – può contare al momento su circa cinque milioni di euro di entrate da diritti camerali, che vengono ridotti nel corso di quest’anno del 35%, del 50% il prossimo anno, a cui va aggiunto il calo fisiologico delle cancellazioni che si attesto a circa l’8% annuo. A fronte di queste entrate gravano sul bilancio camerale un milione e seicentomila euro di stipendi e circa quattro milioni di pensioni. Risulta, quindi, imprescindibile accedere alle risorse integrative del Fondo perequativo di Unioncamere nazionale, la cui fruizione è vincolata ai processi di accorpamento.

Ci troviamo di fronte ad un’ulteriore anomalia derivante dallo Statuto autonomo della Regione Sicilia, che, differentemente da quanto avviene per le altre Camere di Commercio d’Italia, ha consentito alla Camere siciliane di non destinare ad appositi fondi le pensioni dei dipendenti.

Si tratta di una discrasia normativa che in questo caso colpisce gli Enti camerali, che dovrebbero creare sviluppo, ma che, invece, vengono resi incapaci di operare, dovendo sostenere costi che con lo sviluppo e l’impresa non hanno nulla a che vedere. Ciò che bisogna chiedere alla politica sono interventi volti a sanare questa insidiosa situazione, che consentano di spostare agli enti deputati l’onere e la gestione delle pensioni, per rendere sostenibili, autonome ed efficienti le Camere di Commercio regionali”.

“Riguardo al costituendo Consiglio camerale – ribadisce inoltre Schipani – ci preme segnalare che Confindustria Messina è la prima ad essere danneggiata dal modo in cui si è sviluppato il procedimento”

Ma se per Schipani si tratta di una ” realtà incontrovertibile”, Confcommercio con Picciotto dichiara “guerra” facendo riferimento alla “vicinanza politica dell’Assessore Vancheri a Confindustria”.

“Per quanto mi riguarda, proseguirò con chi starà al fianco di Confcommercio lungo il cammino intrapreso esclusivamente nell’interesse della nostra città – dichiara Picciotto – Mi chiedo, infine, se i decreti di nomina del commissario ad acta della Camera di Commercio di Messina presentino vizi di sostanza che depotenziano le funzioni del dott. Francesco De Francesco. Pertanto, invitiamo De Francesco a non compiere alcun atto che vada oltre le funzioni per le quali è stato nominato ab origine”.

 

 

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