Sindacati sul sentiero di guerra dopo i dubbi avanzati dal Pd sul curriculum che ha permesso ad Antonio Saija di ricoprire la carica di soprintendente del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. “Lo avevamo detto e lo ricorderanno tutti, addetti ai lavori ma anche cittadini ed opinione pubblica – scrivono in una nota i vertici provinciali di Slc Cgil, Uilcom Uil e Fials – a fare troppi proclami su capacità, onestà intellettuale e lungimiranza, auto-proclamarsi come le persone giuste al posto giusto anzitempo, tessere reti e lodi proprie di trasparenza e correttezza… si finisce, prima o poi, per restare imbrigliati nelle stesse reti. Ed è proprio quello che sta succedendo ai vertici del Teatro Vittorio Emanuele di Messina”.
Ancora in attesa di conoscere l’esito della verifica sulla ineleggibilità del presidente, Maurizio Puglisi, in virtù dei dubbi sull’esistenza di un doppio incarico all’atto della nomina, scoppia il caso del soprintendente: “’L’uomo giusto al posto giusto’… proprio così – ricordano i sindacati – si era definito in una recente intervista. Le perplessità da noi subito palesate per una ‘strana’ vicinanza ad una nota area dello scenario politico regionale e cittadino (l’Udc, ndr), che aveva a nostro avviso spianato la strada alla sua sollecita quanto sospetta elezione e nomina all’incarico, erano rimaste inascoltate. Oggi, una più che attenta verifica, da parte di un gruppo consiliare del Comune di Messina, il Pd, fa emergere tutte le incongruenze del caso. È bastato controllare la presentazione del curriculum del dottor Antonino Saija per far venire a galla quello che in qualsiasi altro paese civile e democratico sarebbe affiorato già al momento: la sua ineleggibilità da parte del cda”.
I rappresentanti dei lavoratori annunciano l’intenzione di chiedere “con forza” a chi di dovere di verificare “la documentazione presentata per partecipare alla candidatura per la nomina di soprintendente del Teatro”. Documentazione che “non solo non sarebbe idonea (curriculum non in formato europeo), ma conterrebbe al suo interno informazioni false e tendenziose atte a indurre (ad occhi, diciamo noi, volutamente poco attenti) in errore. Sembrerebbe, infatti, che dalle informazioni assunte con i Teatri di Parma e Livorno non risulti alcuna ‘sovrintendenza’ del dottor Antonino Saija”.
Slc Cgil, Uilcom Uil e Fials ricordano le proteste degli ultimi mesi e la mancata interlocuzione con presidente e soprintendente: “La riapertura del teatro (del 25 settembre 2014) senza la presenza delle legittime maestranze artistiche e tecniche, l’attivazione arbitraria ed unilaterale di percorsi di natura contrattuale da parte del soprintendente, e per ultimo il regolamento, varato il 30 ottobre con delibera numero 33, che ha inteso disciplinare i rapporti con professionisti esterni all’ente, ma che di fatto ha penalizzato le maestranze storiche del Vittorio Emanuele. Nel frattempo è stata varata la stagione artistica e stilato il cartellone unico per il 2014/2015. Successivamente avviata, ‘in pompa magna’, la campagna abbonamenti. Ricorderete la nostra denuncia sull’utilizzo incondizionato e senza freni ‘dei biglietti omaggio’, smentita dai vertici senza accettare però il contraddittorio. Oggi, probabilmente, tutti riusciamo a darci qualche risposta in più”.
Le organizzazioni sindacali si interrogano sulle scelte che prenderanno adesso “il presidente della Regione, l’assessorato al ramo, il commissario della Provincia, il sindaco, gli onorevoli messinesi alla Regione, i politici ed i politicanti, così come tutti quelli che si sono esposti a sostegno di costoro”.
“E’ vero – concludono – viviamo purtroppo in un paese dove tutto va a rotoli, il controllato risulta essere la stessa persona del controllore, il corrotto e il corruttore vanno a braccetto, al Parlamento siedono personaggi dai trascorsi quanto meno torbidi, gli incarichi istituzionali di comprovata importanza vengono assegnati più per ‘conoscenza’ che per riconosciute e comprovate capacità, i ponti crollano dopo pochi giorni e svariati milioni della collettività sono gettati o ‘impegnati’ in ‘bustarelle’. Ma non accetteremo in silenzio quanto si sta ancora verificando e siamo pronti a denunciare agli organi competenti tutto quanto non sarà chiarito alla luce del sole. Quando vi è l’uomo giusto al posto giusto lo dicono i fatti. Questi, oggettivamente, non lo sono”.