“I rapporti tra il medico e il superboss della mafia sono inesistenti dal punto di vista processuale, Manca non è stato ucciso su mandato di Provenzano”, così dichiara il procuratore di Viterbo Alberto Pazienti, convocato oggi dalla Commissione Nazionale Antimafia, in merito alla morte di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona Pg trovato cadavere nel 2004.
“Diversa – ha detto il procuratore aggiunto di Viterbo, Renzo Petroselli – è la situazione se si guarda la morte di Manca: sarebbe morto per una overdose di eroina e tranquillanti. Il 17 febbraio 2004, pochi giorni dopo la morte del medico, la madre dichiarò di essere a conoscenza del fatto che il figlio al liceo aveva fatto uso di stupefacenti. La perizia ha evidenziato che la morte è avvenuta per un uso non eccessivo di eroina misto a tranquillanti. E l’analisi tricologica evidenzia un precedente uso di sostanze”.
L’unico appiglio, ha aggiunto il procuratore capo, “sono le dichiarazioni del pentito Setola il quale avrebbe detto di aver saputo in carcere che Provenzano si era fatto operare e avrebbe ucciso un medico perché sarebbe stato riconosciuto. Ma sono dichiarazioni rese da un soggetto poco credibile e dopo 10 anni dalla morte di Manca”.
“Proveremo a ricostruire tutto ciò che è accaduto per capire se si può riaprire l’inchiesta”, aveva annunciato Claudio Fava, vicepresidente di Palazzo San Macuto.
“Pretendiamo che la procura di Roma apra un’indagine vera sul caso Manca”, dice invece Ingroia. “Faremo un’istanza anche alla procura di Palermo – spiega l’ex pm – perché ritengo che possa avere competenza per indagare sull’omicidio, raccogliendo elementi che facciano luce sulla latitanza di Provenzano”.