Conti Nibali fra la strategia dello struzzo e i fascisti di sinistra

“Una serena collaborazione nello spirito di servizio che tutti debbono avere per affrontare le impegnative problematiche di un’amministrazione difficile e complessa”. Sta tutto in questo spirito la lezione politica di Elio Conti Nibali, la cui proposta di nomina nella Giunta Accorinti ha scatenato una improbabile dialettica da anni di piombo.

Nel colpevole silenzio del primo cittadino (delle cui dichiarazioni restiamo in fiduciosa attesa) che evidentemente non ha la necessaria maturità politica per affrontare scelte e difenderle, così come è stato sulle delicate dimissioni di Clelia Marano e ancor prima sulla defezione di Lo Presti e Sturniolo dal gruppo Cmdb, ad assumersi la responsabilità di “togliere la patata bollente” dal calderone accorintiano, è stato lo stesso Conti Nibali.

Abbiamo da subito ritenuto poco qualificanti le accuse a lui mosse su basi ideologiche, poco credibili da un punto di vista strettamente politico, dal momento che la Giunta espressa già dopo le elezioni non era certo col colbacco, ed anche sulla questione meritocratica gli argomenti sono sembrati piuttosto deboli. Alcuni importanti incarichi, infatti, sono stati affidati a persone palesemente poco qualificate, ma ritenute fedeli. Si è rischiato di svuotare di senso anche il termine “parentopoli”, abusato in un contesto anche li poco credibile. Le parentele diventano oggetto di denuncia anche penale quando si violano concorsi, quando si ereditano cattedre, quando si accumulano incarichi non sostenuti da un corretto curriculum.

Leggendo gli ultimi “interventi politici” sulla nomina ad assessore di Elio Conto Nibali, ci chiediamo se davvero l’eredità culturale della sinistra, anche comunista, sia appannaggio di chi è rimasto ad un’adolescenza ideologizzata, senza mai spendersi per maturare e crescere.

Riportando la dialettica al fallimentare e antistorico opposto “fascio-comunista” si cancella sessantanni di costituzione, letteratura, filosofia, cinematografia, politica. Chi continua su questo piano di lettura, benchè si reputi il più comunista di tutti, non ha capito Pasolini, Sciascia, Gaber, De Andrè (giusto per dare un micro riferimento di chi del comunismo ha fatto la sua radice culturale e non ideologica, comprendendo perfettamente le contraddizioni di una società che nello scontro ideologico ha soltanto perso tempo, regalando ai poteri forti la gestione di intere generazioni).

Conti Nibali ha fatto un passo indietro perché il Sindaco non è stato capace di fare un passo avanti. Un passo verso la laicità, che è l’unica strada percorribile per creare le condizioni del cambiamento e della condivisione.

Mettere la testa sotto la sabbia, aspettando che le cose accadono, non è certo un atto rivoluzionario. E purtroppo questa mancanza di coraggio ha scatenato il peggior fascismo di sinistra, l’intolleranza di chi presume una superiorità culturale, che non permette margini di dialogo nonostante i proclami di pace e i continui richiami alla pluralità. Mi torna in mente un’altra brutta pagina di certa sedicente sinistra messinese, della libertà di espressione e del dialogo, del bene comune e dei diritti, che è la stessa che oggi fa tornare indietro gli orologi. Quella stessa gente che ha violentemente impedito a rappresentanti di un circolo studentesco di matrice culturale di destra di manifestare contro il ponte sullo Stretto. Un’altra grande battaglia impropriamente politicizzata, usata a cappello di militanti dal grande capitale sociale.(@Palmira Mancuso)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it