Indignazione social per la nomina di Elio Conti Nibali a successore dell’assessore dimissionario Filippo Cucinotta. Nuove deleghe per mister Città di Messina – la cui presentazione ufficiale avverrà il prossimo 8 gennaio, alle 10,30, nella sala Falcone Borsellino del municipio – che, appena qualche mese fa, aveva messo da parte l’interesse individuale per il bene comune, nel merito della contesa palazzo Zanca – Acr Messina, per facilitare l’opera di riappacificazione tra la società sportiva di Pietro Lo Monaco e l’ente comunale. Non verranno passate di mano in mano le competenze che furono, dalla prima ora, del più giovane dei membri della giunta Accorinti ma saranno invece rivisti ruoli e deleghe dei vari componenti dell’esecutivo.
Sui social network, agorà iperattivo della comunità, non mancano affondi e contestazioni contro la decisione, resa ufficiale solo in serata ma già nell’aria da giorni: c’è chi invita followers e amici a non tirare le somme prima del tempo, ossia prima d’aver visto all’opera il nuovo membro dell’amministrazione (è il caso del presidente di Vento dello Stretto, Ferdinando Croce). Diciamola tutta: chi contenta proprio non sembra essere è la componente dei duri e puri di Cmdb, movimento ed etichetta cucita addosso al progetto di cambiamento che, sul docente di educazione fisica oggi ospite di Palazzo Zanca, ha puntato alle ultime elezioni.
Casus belli del malcontento, a quanto pare, non sarebbe altro che la provenienza ossia il background politico del promotore finanziario, reo d’essere uomo di destra (o esser stato giovane di destra): ciò renderebbe la scelta invisa ai “compagni”. Per il movimento Reset Messina, “oggi la nomina ad Assessore di Elio Conti Nibali segna lo spartiacque dell’esperienza amministrativa accorintiana poiché rappresenta la chiara volontà politica di accelerare la frattura con il movimento Cmdb che aveva sostenuto il sindaco e da mesi fa da ‘grillo parlante’ chiedendo il rispetto degli impegni presi con la città e gli elettori”.
È Antonio Mazzeo, amico e supporter di Renato Accorinti e, al contempo, cavallo a cui l’amministratore ha riservato il proprio endorsement in occasione delle ultime elezioni europee che lo hanno visto tra i candidati nella lista Tsipras, a ricordare sul suo wall i trascorsi da attivista di destra del neoassessore.
Ecco tornare fuori l’atavica (quanto démodé) contrapposizione tra “fasci” e “comunisti” tanto cara agli animi nostalgici che non riescono a farsi una ragione del fatto che gli anni di piombo sono belli che passati. C’è chi discute invece il rapporto di parentela che lega tra loro alcuni dei personaggi di questa amministrazione, apparentemente sempre più a conduzione amicale quando non addirittura familiare (come nel caso della triade Mondello/Signorino/Conti Nibali). Del resto, però, non si può dire che la nomina del professionista sia proprio una sorpresa o appaia incoerente o immeritata, nell’ottica di una giunta costituita da soggetti in cui il sindaco abbia ragione di aver fiducia: in tutti questi mesi, infatti, la figura del presidente dimissionario del Città di Messina è stata costante ed evidente in supporto all’amministrazione e, dall’estate scorsa, la nascita del gruppo Indietrononsitorna ha ribadito con forza l’intento di quella fetta di sostenitori di Accorinti & Co. che subirà pure “l’onta” di non appartenere alla classe dei “compagni operai”, ma che verosimilmente ha apportato un contributo più cospicuo e importante all’elezione del sindaco scalzo. Suvvia, promoter delle lotte di classe (proletari vs borghesi che fa tanto Manifesto Marx/Engels), siete consapevoli del fatto che i numeri in grado di portare a palazzo Zanca questo esecutivo non sono i vostri, vero?
A poco a poco sembrano destarsi belle addormentate nel bosco che scoprono improvvisamente l’apparir del vero (palese dagli albori), ossia che l’Amministrazione non è affatto espressione di un cocktail che mischia esclusivamente ambientalisti, pacifisti, occupanti, outsider, no global, anarco-radical chic e “rifondaroli” con falce e martello tatuati in fronte ma che, invece, per vincere contro competitor quali i candidati dei partiti principali (ei fu Pdl e Pd genovesiano feat area rottamatori), ad Accorinti non è mancato certo il sostegno a spada tratta di tutta quella borghesia (cattolica e no) che oggi – come 50 anni fa – viene etichettata come il male assoluto. Sveglia! Chiudiamo la parentesi lotte di classe e guardiamo avanti: il pregiudizio è dannoso oltremodo e l’anacronismo non fa bene a nessuno, men che meno alla città, oltre ad apparire fuori contesto in un’Italia in cui persino i partiti rinnegano se stessi aggiungendo al proprio ambito d’appartenenza il prefisso “centro” (centro-destra/centro-sinistra) per non urtare la sensibilità moderatina dell’italiano medio. E così tutto si riduce a meri scontri ideologico-fumosi, buoni solo ad alimentare un finto confronto su Facebook.
Buon lavoro al nuovo assessore: prima delle critiche fini a se stesse è buona norma l’osservazione dell’operato.(Eleonora Urzì)