Patrimonio comunale, per Marabello “livelli semi indecenti di trasparenza” e propone la “Banca etica dello Spazio”

Una Banca Etica dello Spazio per utilizzare il capitale immobiliare senza clamorosi investimenti da parte del Comune, dove lo spazio costituisce il capitale per le linee di credito generazionali o per aree sociali e in cui forme individuali, aggregate o associate possono accedere al prestito dello spazio portando a garanzia il progetto, le finalità sociali e le forme regolamentate di uso accesso e cura. Un “assist” che potrebbe essere la prima proposta-richiesta che Cmdb ha pronta per il neo assessore al Patrimonio. E’ questa la proposta di Luciano Marabello, architetto, esperto comunale a titolo gratuito per le politiche di razionalizzazione degli spazi urbani, del patrimonio costruito e dei beni comuni per la qualità e l’innovazione,  in cima alla lista dei membri di Cambiamo Messina Dal Basso e dei “pinelliani” (che nei giorni scorsi hanno occupato l’ex scuola Foscolo) per sostituire l’assessore dimissionario alle politiche giovanili, con delega al Patrimonio comunale, Filippo Cucinotta, anche se alla fine la scelta ricadrà, escludendo clamorosi colpi di scena finali, su Elio Conti Nibali. Marabello rende nota la sua idea con una nota su facebook, ricevendo molti pareri favorevoli.

“Anno nuovo, assessori nuovi. Nel 2015 – scrive Marabello – avremo il terzo assessore con delega al Patrimonio Comunale di Messina dall’inizio di quest’amministrazione. La consistenza del patrimonio accertato e aggiornato dei beni del comune costruirà come sempre le pagine dell’inventario pubblico dei beni immobiliari. Ci sarà qualche ipotizzata piccola dismissione,qualche contenzioso da dirimire, accertamenti e chiarimenti, atti e determine,commissioni e delibere. Nel frattempo una parte del patrimonio costruito o dei suoli, deperisce nel suo stato di fatto o si sposta tra una spinta e l’altra in un ipotetico tabellone delle assegnazioni ai singoli dipartimenti comunali”. Secondo l’esperto comunale attualmente il patrimonio viene usato più per i suoi fini contabili che per gli usi umani, restando spesso paralizzato nelle attese di progetti a venire, “delle cautele amministrative o in quel limbo paralizzante dell’indecisione o del veto dirigenziale”.

Una forte critica arriva sull’inventario pubblico, gestito, secondo Marabello, con “livelli semi indecenti di trasparenza, trascinando in tabella dati certi e mancanze, riempendo pagine e pagine di stringhe e particelle catastali senza lo sguardo di un disegno puntuale ma d’insieme. Si deliberano spesso Atti dovuti che seguono le norme, ma che formano spesso un quadro di dati utile alla forma ma meno alla sostanza dinamica e concreta della città”. “Sullo sfondo – continua l’esperto comunale – vi è l’imposizione del risparmio obbligato degli enti locali che spinge al riutilizzo degli immobili comunali, così da far dichiarare al dipartimento patrimonio ipotesi di tagli di fitti passivi con risparmi di 500mila euro l’anno entro il 2016. Da una parte la necessaria e anche prioritaria valutazione di riuso del patrimonio per il funzionamento delle macchina pubblica in tutte le sue componenti. Dall’altra parte sta l’altrettanto prioritaria necessità di uso diretto e in forme di autogoverno degli spazi per riattivare la macchina sociale della città. Nella cruda realtà c’è spesso una paralisi di uso dei luoghi, spazi e suoli anche dimenticati ma compressi nel solo perimetro declamatorio di valore, reddito e ricavo”. Secondo Marebello per il periodo di crisi che il paese sta attraversando, la logica patrimoniale nella sua massa complessiva è una delle risorse disponibili da mobilizzare e da immettere come filone di credito pubblico alla cittadinanza in un tempo di crisi, poiché in questo momento i comuni non hanno soldi ma hanno una quota d’immobili sottoutilizzata o non utilizzabile a fini istituzionali o per l’abbattimento dei costi complessivi degli enti.

“Esiste una domanda di base – sottolinea Luciano Marebello – che ha bisogno di spazi per attivare forme di aggregazione e socialità e anche nuove forme di economia. E’ una domanda di spazio, che proviene da chi non può per età anagrafica o garanzie accedere a nessuna forma di credito”.
Le linee di credito per Spazi sperimentali o temporanei sarebbero gli strumenti della Banca Etica dello Spazio che fonda il credito su patti condivisi tra cittadini e istituzioni, erogando spazio e immettendo criteri di valutazione dei risultati attesi, programmando progetti temporanei e usando l’attesa tra il presente e il futuro delle trasformazioni delle città. “Queste cose sono le cose che possono fare le istituzioni – continua Marebello – e lo possono fare anche da subito se lo vogliono fare, sperimentando su dei beni bandiera , individuati da programmi o segnalati dalle pratiche nel territorio”.

Marebello propone anche alcuni esempi per fare capire cosa sarebbe possibile: 1) Linea prioritaria di credito per gli spazi Giovanili e per l’espressione della creatività: spazi dei Magazzini Generali,per arti, grafica, manualità e fablab; 2) Linea di credito Giovanile e Intermedie per spazi della creatività teatrale , visuale e cinematografica e produzione musicale EX Macello; 3) Linea di credito per spazi condivisi di prossimità e di scambio delle competenze e delle azioni pratiche nelle ex scuole dismesse dei villaggi, sud e nord; 4) Linea di credito per spazi aperti e coltivabili e autosostenibili, aree periurbane del comune e frammenti agricoli urbani per didattica dell’agricoltura; 5) Linea di credito per autoproduttori abitanti temporanei e migranti, spazi di libera vendita, spazi franchi connessi alle aree di connessione e trasporto.

In sostanza, si tratta di una banca che eroga spazio e il debito che si crea è quello della cura e della produzione di socialità , il debito dell’uso è sostituito dalla rilevanza , il capitale circola e non si accumula se non nelle forme agili della sostenibilità credibile dello sforzo.
Come suddetto, tanti i commenti positivi sulla proposta di Marabello. Luigi Sturniolo, ex Cmdb, oggi al Gruppo Misto del consiglio comunale, afferma che “è anche per questo che l’assessore avrebbe dovuto essere Marebello. Scrivi subito questa delibera. Confrontati con quelli che vogliono darti una mano. È un’idea buonissima”. Per  Francesco Palano Quero, presidente della IV Circoscrizione, “questa nota dimostra cosa potrebbero e dovrebbero fare le Istituzioni, in questo caso l’Amministrazione, per rispondere alla richiesta che viene dalla società e che, a volte, si manifesta con le occupazioni. Ancora una volta si sottolinea come sul tema dei beni patrimoniali e comuni si sia fatto ben poco fino ad ora. Diversamente non ci sarebbe stato il bisogno di occupare”.  Bisognerà vedere se adesso realmente Luciano Marebello darà seguito a questa sua proposta, scrivendo una delibera e mettendo subito pressione al nuovo assessore con delega al Patrimonio comunale. @SimoneIntelisano

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