A Messina sbarcati quasi 900 migranti, a bordo con loro Testimony Salvatore nato il giorno di Natale

Testimony Salvatore. Si chiama così il bimbo nato ieri, giorno di Natale, alle 23,41, sulla nave della Marina Militare italiana Etna, sbarcata oggi a Messina, nel primissimo pomeriggio, con a bordo quasi 900 migranti centroafricani. “Il bambino è in buona salute, si allatta al seno della mamma e a braccio pesa 2 chili e 6”, racconta la ginecologa volontaria Maita Sartori, della fondazione Francesca Rava di Milano, che ha assistito la madre, nigeriana, a bordo, dove non ci sono bilance per pesare i neonati. Il piccolo è stato battezzato dal parroco della nave, don Paolo, alla presenza del comandante, che ha fatto da padrino. A decidere il nome, la mamma, la sorellina e un’amica di nome Fatima.

Lo scorso 16 dicembre, sempre sulla Etna, era nato Aloniab Nahom, di madre eritrea: “Nascono tutti qua da noi”, commenta soddisfatta Sartori. Testimony Salvatore, giunto a terra, è stato immediatamente accolto nella tenda della Croce rossa per essere assistito da una pediatra. “Gli sbarchi non sono terminati nel periodo natalizio – racconta Giavanna Di Benedetto, media officer per Save the Children – il 24 sono sbarcate 400 persone ad Augusta. Di queste, almeno 111 erano minori. C’erano anche 4 salme, purtroppo. Qua a Messina sono circa 900 e, parallelamente, si sta tenendo un altro sbarco a Pozzallo”.

In controtendenza con gli anni precedenti, tra novembre e dicembre gli sbarchi sono in aumento: “Sono stati 35 novembre e almeno 20 a dicembre – prosegue Di Benedetto – secondo le stime degli operatori di Save the Children, dall’inizio dell’anno sono sbarcate più di 169mila persone, circa 25mila sono minori. Nell’ultimo periodo si registra un aumento delle famiglie siriane che generalmente hanno con sé bambini molto piccoli. C’è, pertanto, un aumento dei minori accompagnati rispetto alle stime del periodo estivo, quando erano di più i non accompagnati. Questo sbarco – conclude – conferma l’importanza del soccorso in mare, per poi dare qui la giusta accoglienza. Le partenze non finiscono. In Siria, Libia, Iraq, le situazioni di crisi sono sempre più acute”.

“Operazione molto impegnativa” – così la descrive il contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo, comandante del 29esimo gruppo navale – quella condotta ieri dalla Marina Militare. Sono 1.250 i migranti messi in salvo. Di questi, 360 sono stati trasferiti sulla nave Foscari, diretta a Pozzallo. Gli altri sono approdati in riva allo Stretto. “Nel giorno di Natale – spiega il contrammiraglio – ci sono stati 8 soccorsi, per fortuna andati tutti a buon fine. Tutte le persone sono state salvate, tranne una, purtroppo, trovata da un mercantile”. Per quanto attiene alla Marina, sono state coinvolte le navi Driade e Borsini: “Al termine, tutti i migranti, anche quelli soccorsi dai mercantili, sono saliti a bordo della Etna che funge da snodo sanitario e di sicurezza. Vengono fatti tutti i controlli preventivi a bordo in maniera tale da alleggerire l’organizzazione a terra messa a punto dalle prefetture. Il ministero dell’Interno designa i porti in cui i migranti devono essere trasferiti”.

Al porto di Messina, sono circa una decina i pullman giunti per il trasporto e lo smistamento dei passeggeri. Le targhe vanno da Agrigento a Crotone. Dove andranno a finire il piccolo Testimony Salvatore, la sorellina e la loro mamma è quasi impossibile saperlo. Quel che è certo che la sua nascita ha restituito qualche sorriso. Ne è convinto Ribuffo: “Siamo tutti contenti di avere dato un senso alla giornata di Natale”.

Servizio fotogiornalistico di Lillo Lo Cascio

 

 

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