Rifiuti più cari del 61% negli ultimi 4 anni, a Messina. Un record non da poco se si considera la qualità del servizio e, soprattutto, che l’aumento medio nazionale, nello stesso periodo, sebbene ragguardevole, è stato del 21,96%. La statistica è opera del centro studi di Federconsumatori, il Creef, che certifica anche come la città dello Stretto faccia registrare l’ottavo importo assoluto dell’intero Stivale, con 402,95 euro annui stimati su un appartamento di 100 metri quadrati e una famiglia di tre componenti.
Cifre più che mai di interesse per i contribuenti che, proprio in questi giorni, sono subissati dalle bollette. Non solo la Tasi o l’Imu, ma anche la Tari, la nuova tassa sui rifiuti, nata dalle ceneri della davvero poco longeva ma molto odiata Tares. Il Creef calcola che nel 2014 gli enti locali, solo per quanto attiene alla nettezza urbana, incasseranno circa 8 miliardi di euro, con un aumento medio rispetto allo scorso anno del 2,84%. Otto euro in più nel passaggio dalla Tares 2013 alla Tari 2014. Più drammatiche, le cifre del periodo compreso tra il 2010 (quando ancora c’erano la Tarsu e la Tia) e il 2014. L’aumento medio, stimato – come si diceva in premessa – per un appartamento di 100 metri quadrati con un nucleo familiare di 3 persone, sarebbe del 21,96%, pari a 51 euro (senza considerare nella Tares la componente servizi indivisibili). Praticamente il triplo del tasso di inflazione calcolato dall’Istat, che per lo stesso, identico arco di tempo è del 7%.
Lo studio ha preso in esame gli importi della Tari 2014 in 91 città italiane capoluogo, quelle che al 30 settembre scorso hanno approvato il relativo regolamento. Ricordando che, ieri, il Consiglio comunale di palazzo Zanca ha approvato i criteri di esenzione e riduzione, occorre ammettere che i risultati sono deprimenti e, probabilmente, pure opprimenti. Tanto più se si considera che la città dello Stretto, che nelle graduatorie sulla qualità della vita non riesce mai a staccare gli ultimi della classe, quando si tratta di disgrazie svetta quasi sempre. Così, se la dirimpettaia Reggio Calabria pare faccia registrare un aumento della tassa sui rifiuti, nell’ultimo quadriennio, pari al 165%, Messina orbita attorno al podio, insieme a Palermo, Matera e Avellino, con il 61%. Nel mezzo, Sanluri (105%), Cagliari (73%) e L’Aquila (63%). Messina tra i primi dieci Comuni capoluogo anche per importo assoluto del tributo, nel 2014. Ottavo, per la precisione, con 402,95 euro. La media nazionale è di 283,91 euro. La città meno cara è Cremona, con 136 euro.
Un vero peccato, quindi, soprattutto se si considera che migliorare si può. A Napoli, per esempio, a lungo tristemente nota per l’emergenza rifiuti, l’incidenza percentuale della gabella, negli ultimi quattro anni, si è ridotta di 8 punti. (@FabioBonasera)