La presentazione del nuovo direttore sportivo Danilo Pagni è stata anche l’occasione per Pietro Lo Monaco di rendere ufficiale la sua nuova carica come Presidente dell’Acr Messina, ma soprattutto per esprimere alcuni chiarimenti. In primis l’ennesimo sfogo nei confronti della scarsa risposta dell’ambiente: “Teniamoci stretta questa categoria. Il Messina non è il Real Madrid, il Barcellona o il Bayern, è semplicemente il Messina che due anni fa giocava col Ribera e oggi gioca contro il Lecce, a costo di sacrifici pazzeschi da parte della proprietà, senza aiuto alcuno. Il Messina fino al 30 giungo non fallirà, ma le palle sono piene, quando pago gli stipendi , quando mi chiudono lo stadio o quando faccio 3.500 euro di incasso per poi venire a sapere che su sportube 75.000 persone guardano la partita”.
Il massimo dirigente, oggi tale a tutti gli effetti, torna poi sull’addio di Fabrizio Ferrigno, evidentemente non indolore: “Preferisco che queste domande non vengano poste ne a me ne a lui, ma non è mai facile quando un allenatore o un dirigente va via a metà campionato. Questo è l’ordinamento, che non condivido poichè quando si prende un impegno con una società dovrebbe essere rispettato. Prendo atto e vado avanti, il Messina ha subito questa situazione perchè in un momento critico della stagione il ds ha manifestato la volontà di voler andare via per convenienze sue, ma continua esistere, contro tutto e tutti. Un grande in bocca al lupo ed un ringraziamento al direttore sportivo precedente, con il quale c’era un rapporto importatne dal momento in cui è grazie a noi che è diventato ambito. Sui comportamenti sorvoliamo, non serve ormai più a niente tornarci su. Arrivederci e grazie”.
Relativamente al difficile momento della squadra, senza i tre punti da otto turni, Lo Monaco scarica le responsabilità su Grassadonia, quasi come in un rimprovero paterno nei confronti di un allenatore sul quale la società ha pienamente puntato ed investito, ma dal quale allo stesso tempo adesso si aspetta qualcosa di più: “L’anno scorso è stato l’allenatore il valore aggiunto di una squadra già forte che dal mercato di gennaio ha ottenuto solo tre innesti relativamente all’undici titolare, alla quale ha saputo trasmettere autostima. Quest’anno il problema è l’allenatore che all’inizio, ma può succedere, si aspettava cose diverse e quindi non è stato lui, la squadra non ha ricevuto input positivi. Le ultime gare sono l’esempio lampante: con il Catanzaro, con l’Aversa, a Martina la squadra vinceva e con un po’ di determinazione, di baldanza e di autostima avrebbe avuto 6-7 punti in più. Io sono convinto ancora che lui sia il nostro valore aggiunto, perchè abbiamo puntato su di lui e siamo certi che tornerà quello di prima e mai abbiamo pensato ad un cambio della guida tecnica, contrariamente a quanto avrebbero fatto altre squadre”.