Mission, si vedrà quanto impossible, a Roma per salvare la sanità messinese dal collasso. E’ la nuova frontiera segnata da Beppe Picciolo che, nel suo progetto, ha trovato due alleati bipartisan in Nino Germanà e Vincenzo Garofalo.
“Ho preso atto che esiste un livello più alto per risolvere le tanto controverse questioni che investono la sanità messinese – ha esordito il capogruppo all’Ars del Pdr – ed ho trovato nella deputazione locale del Ncd, rappresentata dagli onorevoli Garofalo e Germanà, una grande sensibilità per cercare di porre un freno alla pericolosissima deriva che il ‘traghetto Messina’ sta prendendo. In particolare ho riscontrato vera disponibilità nei colleghi messinesi per affrontare l’ultima emergenza che si è abbattuta sul sistema ospedaliero locale e che riguarda il declassamento del centro trasfusionale dell’ospedale Papardo; tramite il dirigente regionale Mele – ha precisato Picciolo – siamo riusciti a raccogliere informazioni corrette per cercare di ottenere una proroga per l’accreditamento del centro trasfusioni dell’ospedale Papardo, il cui termine ricordo è scaduto lo scorso primo novembre mentre a livello nazionale il dato ultimo è il 31 dicembre”.
Non sarà un’impresa facile. Picciolo ne è consapevole: “La questione riguarda comunque un buon 40% delle strutture ospedaliere dell’Italia meridionale, ovvero tutte quelle che non sono riuscite a rispondere in tempi ‘europei’ ai 110 criteri richiesti per l’accreditamento. In particolare il Papardo rappresenta per la Sicilia la punta dell’iceberg essendo un ospedale di terzo livello e come tale al vertice delle aspettative dei potenziali fruitori del servizio strettamente collegato alla emergenza. Adesso con il concorso dei colleghi del Ncd – ha concluso il deputato messinese – cercheremo di ottenere da Roma una proroga di almeno un anno per cercare di dare modo a tutte le strutture ritardatarie di rientrare negli stringenti parametri richiesti da Bruxelles; sarà quindi cura del ministro Lorenzin dare nuovo slancio alla sanità messinese, senza per questo dimenticare che comunque andranno ricercate e sanzionale le responsabilità in capo a quei dirigenti della sanità locale che non hanno fornito in tempo utile le risposte per far rientrare il Papardo tra le strutture accreditabili, perché è evidente che seppur non in maggioranza altrove sono riusciti, con perizia e competenza, ad essere efficienti nel servizio amministrativo”.