“Chi estrae e raffina il petrolio in Sicilia deve pagare le imposte di produzione nell’isola. Non siamo più disposti ad alimentare le casse del Nord ladrone. Si incardini immediatamente al Senato il disegno di legge-voto che consente la modifica dell’articolo 36 dello Statuto che riserva tali imposte allo Stato, e si dia piena attuazione all’articolo 37 per assicurare alla Sicilia anche il gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove. Solo allora possiamo iniziare a trattare, se, come e quando si debbano autorizzare nuove trivellazioni nell’Isola”. Lo dichiara il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, in merito alle polemiche degli ultimi giorni dopo il via libera del Governo nazionale a nuove trivellazioni in Sicilia.
“Nell’Isola – continua Ardizzone – raffiniamo il 40% del petrolio, sopportiamo il costo del danno ambientale e di salute dei cittadini, ma le imposte vengono pagate dove le imprese hanno la sede legale (quasi totalmente al Nord), a differenza di quanto avviene, per esempio, in altre regioni come il Trentino e la Sardegna. Non abbiamo l’anello al naso e quindi come classe dirigente siciliana non dobbiamo chiedere nulla a nessuno, dobbiamo solo pretendere quello che ci spetta. E’ su questo aspetto che si misura la capacità di una classe politica: far valere il proprio peso a livello nazionale. Altrimenti è solo autonomismo di facciata”.
Il disegno di legge-voto di riforma del secondo comma dell’articolo 36 dello Statuto, presentato dal deputato Michele Cimino, è stato approvato all’unanimità all’Ars lo scorso 11 febbraio. “Ho già avuto modo di parlare di ciò con il presidente del Senato Pietro Grasso, e con il presidente della Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama, Anna Finocchiaro, entrambi siciliani, chiedendo loro di incardinare il ddl il prima possibile in Aula. Nella qualità di presidente dell’Ars – conclude Ardizzone – chiederò di essere sentito dal Parlamento nazionale e nel contempo mi farò promotore di un incontro con tutta la deputazione nazionale eletta nell’isola affinché sostenga il ddl”.