Corsi D’oro, Chiara Schirò deve lasciare Messina

Nuovo colpo di scena nel processo sui Corsi d’Oro. Chiara Schirò, moglie del parlamentare del Pd Francantonio Genovese, imputata per l’inchiesta sulla gestione dei corsi di formazione professionale che ha portato all’operazione di polizia del 17 luglio 2013.

Il provvedimento del tribunale del riesame, contro il quale l’avvocato difensore ha già presentato ricorso, è di alcuni giorni addietro ma se ne è venuto a conoscenza solo  in occasione di una nuova udienza del processo,  alla quale erano presenti 18 imputati, tra persone fisiche ed enti coinvolti, per i quali i magistrati avevano richiesto il rito immediato.

La moglie del deputato Francantonio Genovese era stata ristretta ai domiciliari ed era tornata il libertà il 22 gennaio scorso. Adesso il provvedimento che le ha imposto di lasciare la città. Lo stesso che il tribunale del riesame  ha stabilito, ma non  ancora diventato esecutivo, per altri tre imputati: Natale Capone, Natale Lo Presti e Graziella Feliciotto.

Non è ancora stata fissata, invece, l’udienza dinnanzi la Suprema Corte per Genovese, che comparirà davanti a Gup Monica Marino il prossimo lunedì.

Gli otto enti di formazione indagati sono Sicilia Service srl, Napi Service srl, Caleservice srl, Centro Servizi 2000 srl Lumen onlus, Enfap, Ancol, El.Fi. Immobiliare srl. Udienza preliminare il 3 novembre.

Genovese è ai domiciliari dal 21 maggio scorso. Nell’agosto scorso il tribunale del Riesame di Messina in un’ordinanza stabilì che l’ex deputato sarebbe dovuto tornare in carcere perchè la sua abitazione sarebbe una sorta di «località protetta», col parlamentare che potrebbe «continuare a mantenere in vita rapporti e illecite attività», grazie a una fitta rete di prestanome.

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