“In passato c’è stata poca attenzione per Messina ma per il futuro sono ottimista. Sebbene la città debba imparare a farsi sentire. Non dobbiamo restare in silenzio”. Giusi Furnari si guarda indietro, in un recentissimo passato, e ripercorre i suoi sei mesi da assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana. Un percorso interrotto negli ultimi giorni, con il varo del Crocetta ter. Come il nome suggerisce, il terzo governo regionale in tre anni. Ma ancora una volta, un solo messinese in squadra: Maurizio Croce.
La professoressa, che finge di offendersi, sorridendo, se la si chiama ancora assessore, si dice amareggiata ma anche grata per l’esperienza vissuta: “Vado via con amarezza, ma sono anche grata a Rosario Crocetta per l’esperienza che mi ha consentito di fare, poiché è soprattutto per merito suo se ho ricoperto questo ruolo. Purtroppo è stata troppo breve, speravo di poter raggiungere determinati obiettivi che mi ero prefissata”. “Essendo io una studiosa dei fenomeni politici, poterli vivere da vicino, in concreto – aggiunge – è stato comunque importante”.
Furnari è da sempre molto vicina al governatore. Fu lui a provare a candidarla sindaco di Messina alle amministrative del 2013. E successivamente a spingere per l’incarico di Soprintendente del Teatro Vittorio Emanuele: “Crocetta – afferma lei – ha una visione innovativa della politica applicata alla nostra realtà. Da lui non ho mai subìto pressioni. Non impone mai nulla ma è pronto a mettere a disposizione il suo grande bagaglio di esperienza politica e amministrativa se gli viene richiesto. Gli auguro di poter fare le cose che vuole anche se vedo che va incontro a tante difficoltà e accerchiamenti”.
“Non mi sento scaricata – aggiunge in merito alla fuoriuscita da palazzo d’Orleans – poiché l’esecutivo è stato di fatto azzerato. Era comunque una squadra molto valida, composta da gente giovane, animata da una grande voglia di fare. Il problema non era la Giunta. Semmai, bisogna guardare all’Ars, alla politica. E pure allo statuto siciliano”.
Secondo Furnari, infatti, esiste un problema di governabilità che impedisce di intervenire anche su problemi importanti. La docente, per esempio, ammette il problema dell’attraversamento di Messina da parte dei tir. Ammette che la Regione dovrebbe intervenire: “Ma si è sommersi dalle urgenze della quotidianità e da un’Assemblea regionale molto conflittuale che non permette di governare. Dobbiamo smettere di litigare. Questo indebolisce la Giunta Crocetta. Il Governatore, durante le riunioni dell’esecutivo, riesce a fare emergere lo spessore della sua azione politica. All’Ars è più difficile”.
Per questo, Furnari si dice contraria allo statuto speciale: “Abbiamo già un Paese ingovernabile per via del suo Parlamento. Figurarsi che se ne aggiungiamo un secondo, in Sicilia”.
Questa convinzione non le impedisce di ritenere che Messina sia comunque ben rappresentata a palazzo dei Normanni. Cita Marcello Greco, Giovanni Ardizzone. Ma non solo. Lo scarso ascendente a Palermo è semmai attribuibile ai cittadini: “E’ la città che deve imparare a farsi sentire. Manca il peso della società civile. E’ la città che deve acquisire questa coscienza”. A proposito di Messina, comunica di avere avviato la pratica perché Giampilieri venga inserita tra i luoghi della memoria.
Ammette, infine, di avere incontrato non poche resistenze a Palermo, soprattutto a causa della burocrazia, dei passaggi politici necessari ad approvare i provvedimenti: “Per riuscire a passare dalla bigliettazione cartacea a quella elettronica ci è voluto un sacco di tempo. Ci sono troppe lungaggini. Abbiamo a che fare con una macchina astorica che va snellita”. (@FabioBonasera)