Sasa Bjelanovic, mercoledì finalmente in campo contro la Salernitana, torna ad essere operativo dopo un lungo infortunio, imprevisto che ha sconvolto piani personali e societari: “Non mi è mai successo di stare così tanto fuori, cinquanta giorni sono un po’ troppi. Adesso però tutto alle spalle, da ora in avanti non mi fermo più. La scelta di venire a Messina l’ho fatta anche per creare una base fisica importante per il mio modo di giocare, quindi fare bene la preparazione in ritiro. Purtroppo l’ho saltato quasi tutto e poi mi sono fermato per l’infortunio e guardare le partite da fuori è frustrante. Ora sono contento che tutto sia finito”. Il lungo stop non ha permesso all’attaccante croato di dimostrare il suo valore e quindi giustificare il blasone del colpaccio di mercato estivo, del quale al momento rimane solo un triste eco: “Io penso che per qualsiasi giocatore pesi un attesa così lunga, al momento non ho ancora i novanta minuti nelle gambe. Devo lavorare e recuperare, anche più dei miei compagni”. Nessuna paura circa il rischio di essere stato declassato nelle gerarchie del mister, aspetto nel quale non crede l’attaccante: “Non esistono gerarchie, ma le conferme della domenica. Il calcio è bello anche per questo, una partita ti cambia tutto, adesso le cose stanno andando bene e ognuno di noi deve farsi trovare pronto, come ho sempre fatto nella mia carriera. Poi conta sempre il bene del Messina”.
L’impatto con la Lega Pro, campionato in realtà che ha vissuto ancora marginalmente, ha fornito un’idea precisa al bomber: “Scendendo di categoria si nota meno qualità e più agonismo. Si corre tanto, quindi se questo campionato lo affronti pensando che puoi vincerlo solo con qualità sbagli. Noi adesso stiamo cercando di capire come mettere quel qualcosa in più per realizzare gli obiettivi della società”. Parole importanti per il compagno di reparto Giorgio Corona: “Un grande professionista, è riuscito ad evitare tanti infortuni e ho grande stima perchè, nonostante l’età, non ha mai saltato un allenamento. E’ un leader ed un punto di riferimento, anche per me”. L’età media, componente limitativa per gli over, non preoccupa l’attaccante che sembra essersene fatto una ragione: “La società sapeva di dover fare l’età media, così come il mister. Tocca a noi creare difficoltà a lui e lavorare per giocare, a tutti brucia non giocare la domenica. Ma almeno davanti abbiamo un reparto abbastanza forte per il campionato”.