Se il detto “il lavoro paga” risulta demodè in tempo di crisi, escludendo l’aspetto monetario, possiamo invece affermare che i Demo Mode, in barba alle mode, hanno deciso di seguire alla lettera questo saggio consiglio traendone non pochi benefici in termini musicali.
I risultati sono evidenti : “Ou”, il loro ultimo disco, è frutto di ben 4 anni di duro lavoro, esattamente la distanza temporale che lo separa da “Hai Paura” , lavoro ben “ripagato” da 10 tracce che segnano una definitiva svolta nel sound di Dario, Morgan, Giuseppe e David, al secolo, Demo Mode.
Prodotto al “The Cave Studio” di Daniele Grasso e pubblicato dall’etichetta DCave Records, “Ou” rappresenta un ritorno alle origini per il quartetto messinese che sforna un disco di puro e semplice Rock n’ Roll, senza fronzoli ed intellettualismi vari, un album diretto così come il suo titolo.
Leggetelo bene: “OU”, forma onomatopeica sicula, buona per tutte le occasioni e che spesso accompagna situazioni che variano dalla rabbia allo stupore fino all’ironia.
I Demo Mode hanno scelto la parte urlata di “Ou”, quella parte che balza fuori in maniera prepotente quando si decide di far rumore, di attirare l’attenzione: “Ou è uscito il nuovo album dei Demo mode !”, perchè l’intercalare iniziale per noi siculi è importante, rimarca un messaggio urgente che vogliamo evidenziare al nostro interlocutore.
Con urgenza quindi vi invitiamo a prestate attenzione, perché i 10 brani che compongono questo disco, 8 inediti e 2 cover, scorrono veloci, declinando diverse sfaccettature del rock, da quello di ultima generazione alla Black Keys, tanto per intenderci, ai fuzz coraggiosi e sfacciatamente ingombranti tanto cari alla “Generazione X” cresciuta a pane e Nirvana.
“Manuali e Modi D’uso” è il brano d’apertura, riflessivo e intimo, seguono “Codici” “Boom” “Senza Fiato” e “Post”, una sequenza ideale per un viaggio in macchina.
“Codici” è un monolite in 4 quarti, “Boom” è un brano semplicemente accattivante e fastidioso perché non lo togli più dalla testa, “Senza Fiato” merita un discorso a parte, è infatti l’unica traccia presente nel precedente album, “Hai Paura”, adesso riproposta nella sua versione definitiva; niente più caos, niente più ricerca di effetti speciali per allungare la solfa, niente di tutto ciò, il brano, adesso, de-strutturato fila liscio e piacevole.
Dopo “Post” che denuncia la sensazione di vivere in un mondo che “sembra già finito”, è il turno di “Cos’e’che Rimane”, ballad sparti acque del disco, per poi giungere alla prima cover “Prisencolinensinainciusol” che omaggia il grande Adriano Celentano, un brano dalla lingua incomprensibile, finto inglese o “politichese”, poco importa, a distanza di 41 anni siamo ancora nella stessa situazione: la gente parla ma non dice niente e la massa segue.
“l’Indizio”, “Nero” e” Forma e Sostanza”, cover dei CSI, chiudono “Ou” seguendo lo stesso percorso sonoro delle precedenti tracce.
In definitiva, “Ou” è un album piacevole, un piccolo sussidiario di un certo tipo di rock, da una parte l’alternative rock italiano e dall’altra le produzioni di stampo europeo.
Oltre le simpatie e i gusti personali, il lavoro merita sempre rispetto e i Demo Mode, in questo caso, hanno lavorato molto, si sente…
Francesco Algeri (@fralgeri)
Ascolta “Ou” in streaming qui