Un sindaco per cosa,per chi. Messina aspetta. Stancamente la città sembra attendere la prossima tornata elettorale.Chissà con quali speranze,quali aspettative. A leggere certi articoli sul futuro prossimo c’è da rimanere sconcertati. Il discorso inizia e finisce sugli affari interni dei partiti. Chi candida chi. Nomi quelli soliti. Scontati e, in gran misura, inadeguati. Nessuno sforzo ad allargare la prospettiva a riflettere sullo stato di degrado ormai smisurato. Non c’è una analisi seria di come uscire dalla crisi,di come affrontare il futuro. I partiti,di fatto, non esistono. Basterebbe ricordare l’ultima tornata amministrativa, quella del 2008. La giunta uscente guidata da Genovese, che si ripresentò in ordine sparso dentro varie liste civiche, venne spazzata via per palese incapacità e per errori grossolani del sindaco. L’astensione fu altissima già allora e Buzzanca vinse soltanto dopo uno scrutinio che durò settimane. Vittoria poco limpida e contrastata. Oggi si è già dimenticato tutto. Si ricomincia con il solito balletto. Nania, D’Alia, Crimi e Genovese dovranno scegliere e proporre i nuovi “badanti” del feudo peloritano. Poco importa se i cittadini reclamano rispetto. La questione morale, la corruzione straripante, l’inaffidabilità amministrativa, la credibilità delle istituzioni, la burocrazia infetta e paralizzante non li preoccupano minimamente. L’importante è occupare i palazzi con uomini fidatissimi. Se scende la fiducia nei politici e in questa politica per loro non cambia nulla. Sapranno sfruttare i bisogni,la mancanza di lavoro e gestire il consenso. Purtroppo manca un vero luogo di discussione,di dibattito. L’informazione,purtroppo sempre più spesso,non stimola,non esercita la critica necessaria. Vengono proposte e riproposte pietanze preconfezionate. In queste ultime settimane una vera e propria sfornata di sigle e soggetti riciclati. Tutto mascherato di novità,di innovazione,di voglia di partecipazione. C’è già la “linea verde” di tale partito o l’esponente della “società civile” pronti a scendere in campo. Come se le esperienze di Palermo o di altre città che hanno affrontato il fronte delle primarie non abbiano dimostrato quanto sia alto il disprezzo dei partiti nei confronti dei cittadini elettori. Quindi sconforto,pessimismo? No. Semplicemente voglia di chiarezza, di ricerca di linguaggi comprensibili a chiunque. Consapevolezza nella ricerca delle ragioni che impediscono lo sviluppo e alimentano il clientelismo,l’inerzia,l’inefficienza,il dominio della criminalità e della corruzione. Insomma una sorta di riconoscimento di quello che Italo Calvino scrisse nell’ormai lontano 1980 in quell’ “Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti.” Il futuro candidato a sindaco,la prossima coalizione dovranno esprimere delle condizioni indispensabili di affidabilità e di riaffermazione dei princìpi etici per ricreare lo spirito di quella “città ideale” che l’utopia del Rinascimento aveva immaginato. I partiti e le coalizioni che conosciamo già non rispecchiano tali condizioni. Per questo motivo servirebbe un equilibrio diverso e nuovo tra le componenti della società messinese. (SARO VISICARO)