“FATEMI NASCERE QUI”: LE FUTURE MAMME PROTESTANO DAVANTI AL PIEMONTE

Tutte col pancione, decise a far nascere i loro bambini all’Ospedale Piemonte. Così un gruppo di future mamme ha protestato stamattina dinanzi all’ingresso principale della struttura di Viale Europa, al centro nei giorni scorsi di una protesta dai toni esasperati, a cui è seguito un dibattito che ha rischiato di spostare l’attenzione sul tema principale, ovvero evitare la chiusura del nosocomio cittadino.

Una ventina le donne  che si sono presentate, a rappresentanza delle partorienti che sono seguite presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia del Piemonte.

Un breve passaparola nei giorni scorsi è bastato per far nascere la manifestazione spontanea odierna di coloro che, definendosi “Le gravidelle dell’Ospedale Piemonte”, hanno voluto lasciare la loro testimonianza di donne che, nel momento più delicato della loro esistenza, hanno scelto il nosocomio per essere assistite e partorire.

“Non vogliamo che il Piemonte chiuda – ha dichiarato Francesca De Liberto, una delle giovani future mamme – quest’Ospedale è il nostro supporto, il nostro sostegno. E’ un punto di riferimento al centro della città, ma anche sia per la zona nord che la zona sud”.

“Ho già partorito il primo figlio qui – ha riferito Carmela Puglisi  –  mi sono trovata bene e per questo ho scelto di farci nascere anche il secondo. Non voglio andare in un altro Ospedale, perché, per qualsiasi emergenza, per me che abito al centro, è il nosocomio più vicino ed, inoltre, è nei medici del Piemonte che ho riposto la mia fiducia”.

“Il Piemonte è necessario – ha aggiunto Aurora Valenza – perché, in una città con quasi 250mila abitanti e così estesa, non possono solo bastare due ospedali, uno a sud ed uno al nord. Questa struttura fa da filtro al Policlinico e se chiudesse sarebbe davvero un caos. Pensiamo poi ai casi di emergenza, come una gravida con complicazioni o una persona con un infarto: come si farebbe ad arrivare in tempo al Papardo? Non possiamo mandare al macero il Piemonte, così come è già stato per il Margherita!”.

Il Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte” ha considerato l’iniziativa odierna significativa almeno quanto la grande protesta dello scorso 29 settembre.

“E’ davvero indicativa la richiesta delle “gravidelle” di salvare il Piemonte: esse sono l’espressione più delicata e al tempo stesso più profonda della volontà popolare e dell’esigenza di essere assistiti e curati nella struttura che a loro dà fiducia per vicinanza fisica ma anche per quel senso di sicurezza che negli anni i medici e tutto il personale sanitario sono stati capaci di offrire alla cittadinanza”. Così il presidente del Comitato, Marcello Minasi, ha commentato quanto accaduto oggi.

“Il reparto di Ginecologia e Ostetricia è stato, inoltre, il primo reparto universitario del genere in tutta Italia: non possono cancellare così una lunga storia fatta di tradizione e professionalità. Il Piemonte è la storia di Messina, è l’Ospedale dei messinesi – ha concluso il magistrato – ed oggi le “gravidelle” ce lo hanno ricordato in modo esemplare”.

 

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