Due esultanze al miele, quelle che abbiamo scelto per incorniciare la nostra disamina concernente la terza giornata di campionato, conclusasi ieri sera con i posticipi di Palermo e Torino.
Tevez e Florenzi sono stati i protagonisti delle vittorie delle due battistrada, ma per un frangente l’aspetto tecnico merita di passare in secondo piano, soprattutto per quanto riguarda il gesto del talento giallorosso. Carlitos è infatti l’ultimo di una lunga serie: le gioie procurate dai piccoli, in arrivo o già “sfornati”, avevano già trovato ampiamente spazio sul rettangolo verde (dall’apripista Bebeto a Francesco Totti). L’invasione di Alessandro in tribuna, per omaggiare la prima assoluta di nonna Aurora all’Olimpico, rappresenta invece un unicum. Almeno dal punto di vista del vincolo parentale, posto che due anni fa anche l’ex compagno Fabio Simplicio risalì le gradinate per festeggiare un gol con moglie e figlioletto.
Dediche che umanizzano un po’ il patinato mondo del calcio, riavvicinandolo a quella vita di tutti i giorni fatta anche di bimbi da celebrare e anziani da abbracciare.
Chiusa la parentesi sentimentale, va subito evidenziato come Juventus e Roma continuino a veleggiare in testa alla classifica a punteggio pieno. Il compito dei capitolini si presentava agevole già sulla carta, sono bastati appena 13 minuti alla banda Garcia per archiviare la pratica Cagliari e dedicarsi poi al risparmio energetico, in vista dell’imminente turno infrasettimanale. Infelice, secondo le previsioni, si è rivelato il ritorno nella Città Eterna di Zdenek Zeman, sin qui apparso un po’ più equilibrato tatticamente ma forse ancor meno efficace nel guidare una compagine di serie A. Non a caso i sardi occupano, sia pur in coabitazione, l’ultimo posto in graduatoria.
Banco di prova ben più arduo attendeva i bianconeri, chiamati a rendere visita a San Siro allo scoppiettante Milan di Inzaghi. Ebbene, probabilmente l’ex bomber non ha preparato al meglio la gara: il pizzico di timore reverenziale nei riguardi di Madama, traspirato dalle interviste, si è intravisto pure in campo. Bene invece il grande ex Massimiliano Allegri, che comunque – contrariamente a quanto in tanti avevano scritto nei giorni scorsi – non aveva chissà quali sassolini da togliersi dalla scarpa, dato che la sua permanenza a Milanello si protrasse ben oltre gli abituali standard in presenza di risultati negativi, con Galliani che lo difese oltre l’indifendibile. Max il livornese, semmai, si è preso una bella rivincita proprio nei confronti dell’ambizioso Superpippo, che già due anni fa pensava di fargli le scarpe (i due vennero quasi alle mani nel settembre del 2012) dopo le ruggini relative all’ultima stagione da calciatore. Ad ogni modo, il gol vittoria confezionato sull’asse Tevez-Pogba, strepitoso l’assist del francese, ha certificato una supremazia apparsa netta: dai rossoneri era lecito attendersi qualcosa di più, al di là del rigore non concesso a Jeremy Menez.
A pari punti col Diavolo, in quarta posizione troviamo l’Udinese di Andrea Stramaccioni: nella giornata degli 1-0 (ben cinque), la differenza contro il Napoli l’ha fatta Danilo, professione difensore ma autore della zampata da tre punti che ha aperto ufficialmente la crisi dei partenopei. Rafa Benitez è in confusione totale. Dopo la discutibile settimana di ferie settembrine, le sue scellerate scelte di formazione son suonate quasi come una provocazione, se non come un’altra esortazione della serie “vi prego, cacciatemi”.
Con il medesimo risultato Lazio, Atalanta e Torino hanno lasciato strada – rispettivamente – a Genoa, Fiorentina e Verona, impostesi curiosamente grazie a tre stranieri subentrati. I biancocelesti hanno sprecato tantissimo nel primo tempo di Marassi, Mauricio Pinilla al minuto 87 ha fatto valere la dura legge del gol a favore del Genoa. Gli orobici sono stati castigati da Jasmin Kurtic, che ha regalato a Vincenzo Montella una prima vittoria che si era fatta attendere anche troppo. Mentre il misconosciuto Artur Ionita, centrocampista moldavo classe 1990, ha firmato il blitz scaligero in casa granata. Senza Cerci e Immobile langue miseramente il piatto di Ventura, il Toro è l’unica squadra a non avere ancora mai bucato la rete avversaria.
Corsaro anche il Parma, che ha superato in rimonta il Chievo decollando sulle ali di Antonio Cassano e Massimo Coda, altro neofita della massima serie che fino a due anni fa calcava i campi di Lega Pro tra Siracusa e San Marino. In Sassuolo-Sampdoria (che ha segnato il ritorno dal 1’ del grande Francesco Acerbi), Cesena-Empoli e Palermo-Inter si è infine registrata la spartizione della posta in palio. Walter Mazzarri, riconoscendo che i rosanero (agevolati dalla topica di Vidic) avrebbero anche potuto vincere, nel dopo partita ha accettato il pareggio maturato al Renzo Barbera: anche questa è una notizia.
E da domani sera si torna in campo, per il quarto atto di un campionato che dovrebbe aver già trovato le sue – prevedibili – padrone.
Jody Colletti Twitter: @jodycolletti