Il dado è tratto: Messina verrà assoggettata all’Autorità portuale di Gioia Tauro. Il Governo nazionale ha inserito all’articolo 39 del decreto Sblocca Italia l’istituzione dell’Autorità portuale di Gioia Tauro e dello Stretto, composta dal sistema portuale di Messina e Milazzo e dagli scali di Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Oltre che dalla stessa Gioia Tauro. Il decreto dovrebbe essere discusso in Consiglio dei ministri domani.
Dopo questo passaggio, spetterà al Parlamento convertire in legge il provvedimento, entro 60 giorni. E, considerate le posizioni espresse in merito dai deputati messinesi Vincenzo Garofalo (Ncd) e Gianpiero D’Alia (Udc), sarà difficile trovare nella maggioranza delle aule di Montecitorio e Palazzo Madama uno stuolo di impavidi con la voglia di sovvertire le cose e restituire a Messina la propria leadership.
Decisivo l’harakiri dell’altro ieri, martedì 26 agosto, da parte di Renato Accorinti. Il sindaco, a colloquio con Matteo Renzi e Graziano Delrio, a Roma, ha servito su un piatto d’argento la resa praticamente senza condizioni del primo porto d’Italia in fatto di traffici commerciali – ottavo in Europa – e tra i primissimi nell’ambito del crocierismo. Unico lenitivo, almeno secondo l’amministrazione di palazzo Zanca, è che l’alternativa sarebbe stata di essere annessi al distretto della Sicilia orientale, con in testa Catania e Augusta.