La comunità accademica si è stretta oggi per l’ultima volta attorno a Mario Centorrino, economista e professore emerito dell’Università di Messina, morto improvvisamente la sera dello scorso 18 agosto.
Stamane, dalle 9 alle 11.30, nell’Aula Magna dell’Università, è stata allestita la camera ardente alla quale hanno presenziato commossi in centinaia, tra esponenti del mondo accademico, allievi, autorità (tra cui il sindaco, Renato Accorinti), giornalisti, familiari e amici. Al termine, all’ingresso del Rettorato di piazza Pugliatti, le autorità accademiche hanno tributato l’ultimo saluto allo studioso messinese.
Il prorettore vicario dell’Ateneo, Emanuele Scribano, in rappresentanza del rettore, assente per motivi istituzionali, ha aperto la cerimonia di commiato leggendo il messaggio di Pietro Navarra: “Il professore Mario Centorrino – afferma tra le altre cose – è stato un accademico spinto da una forte passione civile. Le sue qualità umane di ascolto e attenzione verso le opinioni altrui, la sua innata abilità di tessere rapporti, di creare sinergie, di mettere e tenere insieme idee confliggenti e persone dai caratteri diversi quando non contrapposti, hanno costituito solide fondamenta nello svolgimento dei suoi numerosi e prestigiosi incarichi pubblici e gli hanno permesso di guidare, con tratto saldo e sicuro, la Facoltà di Scienze Politiche da preside amato e rispettato da tutti: studenti, colleghi e personale tecnico amministrativo. Qualità queste che hanno contraddistinto anche la sua azione da prorettore e da presidente del nucleo di valutazione dell’Università di Messina”.
Tra coloro che lo hanno ricordato, pure il vicesindaco e docente universitario Guido Signorino: “In una Università pluricentenaria, Mario è stato fondatore. Fondatore delle Facoltà di Scienze Politiche (di cui è stato preside in una delle stagioni più fulgide, pioniere dei rapporti con l’Europa e della sperimentazione degli scambi Erasmus, aperto all’apporto di studiosi esterni, ma attento seminatore di allievi locali). Fondatore dell’Istituto di Economia, Statistica e Analisi del Territorio. Fondatore di un gruppo di studio che immodestamente vorrei definire ‘scuola’, avendo lui avviato alla carriera universitaria un numero altissimo di allievi, avendoli inviati ad importantissimi contatti con sedi universitarie estere.”
“Tu proponevi (testimoniavi con il tuo impegno a tutti i livelli di responsabilità, come preside di Facoltà e poi come prorettore) un modello di Università aperta al territorio e alla comunità – ha proseguito poi il professor Michele Limosani – l’Università, spesso ripetevi, è del territorio ed è per il territorio. Abbiamo la responsabilità di contribuire all’elaborazione di un modello sociale culturale ed economico di sviluppo per la nostra comunità. Un messaggio che a molti di noi, oggi impegnati a vari livelli e con diverse responsabilità nel governo di questa prestigiosa Università, suona come un invito e un motivo ispiratore della nostra azione. Lungimiranza, visione strategica, capacità di guardare oltre le posizioni personali, sia pur legittime, alla ricerca di soluzioni finalizzate ad interesse di natura generale, in tutto questo tu eri maestro. Hai contribuito così a far nascere quell’humus istituzionale indispensabile per la crescita dei giovani ricercatori.”
Giovanni Cupaiolo, coordinatore del collegio dei prorettori, ha letto un messaggio della famiglia: “Desideriamo ringraziare in primo luogo tutti coloro i quali hanno permesso e si sono adoperati per la realizzazione di questo momento di ricordo e saluto, consentendo così di soddisfare quelle che erano le volontà espresse da Mario. Lui che di questa Università ha sempre fatto la propria bandiera. Un ringraziamento che ovviamente estendiamo a quanti sono qui presenti o, anche se lontani, hanno fatto pervenire la loro testimonianza. Messaggi, telefonate, e-mail, post sui social network, articoli, necrologi, il vostro essere qui oggi: sono stati per tutti noi un grande conforto in questo triste momento. Non possiamo, quindi, che ribadire il nostro più sentito ringraziamento a tutti. Un ultimo grazie, senza volere scivolare nella retorica, vogliamo rivolgerlo a Mario a nome nostro e di quanti ne hanno apprezzato le doti umane e professionali: grazie per esserci stato”.