Lontano fisicamente, ma è come se fosse insieme a Vincenzo. Parliamo di Antonio Nibali (a destra nella foto, accanto a Michele Bonasera), il fratello 22enne dello Squalo dello Stretto che abbiamo raggiunto telefonicamente. “Sto seguendo il Tour de France – ci spiega Antonio – dal ritiro della mia squadra, la Marchiol, in Veneto”. Sì, perché anche Antonio è un ciclista e sogna di seguire le orme del fratello.
A differenza del fondatore del Fan Club Nibali, Michele Bonasera, Antonio preferisce parlare poco con Vincenzo in un momento così importante: “Solitamente preferisco non disturbarlo durante le corse. Lo sento ogni tanto, preferisco non assillarlo, per farlo rimanere più tranquillo”. Così come mamma e papà Nibali, anche il “piccolo” della famiglia vive questo momento con grande emozione: “C’è un bel clima in famiglia. E’ un evento molto importante”. Così come lo Squalo, anche Antonio ha lasciato da qualche anno la sua città per inseguire il suo sogno, ma non dimentica di certo le sue origini: “Messina è la nostra città – spiega Antonio – e noi vogliamo che sia sempre così. E’ sempre bello per noi tornare, quando possibile, a casa”.
Antonio Nibali ci spiega poi quale è stata, secondo lui, la svolta della carriera di Vincenzo: “Secondo me il momento in cui mio fratello ha fatto il salto di qualità è stato quando ha indossato per la prima volta la maglia rosa al Giro d’Italia del 2010, concludendo la corsa poi, inaspettatamente, al terzo posto”. Sì, inaspettatamente perché lo Squalo a quel Giro non doveva neanche partecipare, ma l’esclusione alla vigilia del compagno della Liquigas, Franco Pellizzotti, costrinse la sua squadra a chiamarlo d’urgenza. Ed il risultato, fu eccezionale. Pochi mesi dopo, arrivò la prima grande vittoria, con la Vuelta conquistata grazie all’impresa della Bola del Mundo: 2° posto nella tappa, con appena 1″ di ritardo dallo spagnolo Mosquera (che però aveva 41″ di distacco nella classifica generale), con arrivo in salita dopo aver percorso pendenze fino al 20%.
Il ciclista 22enne torna poi sulle polemiche pre-Tour che avevano colpito Vincenzo: “Si trattava di un problema della squadra che non otteneva risultati. Come spesso accade in questi casi nei grandi team, il capitano diventa capro espiatorio, ma mio fratello con i fatti ha dimostrato all’Astana che aveva ragione, ma ora non ci sono più problemi. Antonio Nibali era ancora un bambino quando Vincenzo iniziava a vincere le prime gare nelle categorie giovanili: “All’inizio non capivo bene, essendo piccolo, cosa fosse in grado di fare Vincenzo, poi crescendo sono diventato consapevole, come tutta la mia famiglia”.
Domenica, mentre Vincenzo verrà incoronato a Parigi, anche Antonio sarà in sella alla sua bicicletta della Marchiol: “Non so ancora se riuscirò a vedere almeno la fine della tappa – ci ha detto alla vigilia della conclusione del Tour – perché sarò impegnato con la mia squadra nella gara Bassano – Montegrappa. Dalla prossima stagione ciclistica, spero di trovare una squadra importante in cui crescere”. Di certo, vedere due Squali messinesi gareggiare e lottare fianco a fianco nelle grandi corse ciclistiche, non farebbe altro che aumentare il prestigio di questo splendido sport nella nostra città.
A cura della redazione sportiva.