UN ALTRO MONDO AL GIARDINO CORALLO, TORELLI RISCOPRE LE ANTICHE CIVILTA’

Continua l’impegno dell’associazione culturale “Anthurium Rosa – Cammini di Conoscenza”, con presidente Mirella Restuccia. L’associazione organizza la proiezione del film documentario “Un altro mondo” (“Another World”, 63 minuti), scritto e diretto da Thomas Torelli, domani, domenica 27 luglio, alle ore 21,al Giardino Corallo di Messina. L’ingresso è libero. Il film è stato presentato al Riff – Rome Indipendent Film Festival e al Phoenix Film Festival 2014, nelle selezioni ufficiali. Thomas Torelli, tra i tanti lavori, è anche autore dei documentari “Sangue e cemento” (2010) sull’Abruzzo, tra scarsa prevenzione prima del sisma e inefficienze nella ricostruzione dopo il terremoto, e “Zero – Inchiesta sull’11 settembre” (2007), contro le versioni ufficiali.

L’associazione “Anthurium Rosa” – come evidenzia la presidente Mirella Restuccia – “è impegnata da tempo, nel nostro territorio, nella realizzazione di incontri che diano centralità alla spiritualità degli esseri umani e alla ricerca esistenziale. Il programma degli eventi continuerà nei prossimi mesi e la risposta delle persone, in questo periodo, è stata davvero notevole. In particolare, la mission di Anthurium Rosa è la ricerca interiore e spirituale, scevra da ogni connotato confessionale, per promuovere conferenze, convegni, rassegne che abbiano come intento itinerari sul tema della conoscenza e dell’equilibrata evoluzione spirituale attraverso la convergenza delle antiche conoscenze religiose, esoteriche, sapienziali con le recenti scoperte della scienza e della fisica quantistica, unendo arte e spiritualità per un armonico sviluppo dell’uomo inteso nella sua complessità di corpo, anima e spirito”.

“Un altro mondo – afferma a sua volta il regista Thomas Torelli – intende sfidare la visione moderna del mondo e riscoprire i sistemi dei valori delle società antiche, come quella dei nativi americani. Si tratta di un viaggio che mette in luce come la fisica quantistica stia riscoprendo le conoscenze degli antichi popoli tribali, di come loro interpretavano la connessione tra l’uomo e l’universo. Il film dimostra anche scientificamente come siamo tutti collegati, concetto meglio espresso nel saluto Maya In Lak’ech, che significa “Io sono un altro te stesso”, e dimostra anche quanto sia innaturale il senso di separazione che caratterizza gran parte del pensiero moderno. L’uomo sempre di più sta prendendo coscienza del suo posto nell’universo e della sua capacità, sia come singolo che come collettività, di creare la propria realtà. Siamo convinti che questa presa di coscienza raccontata nel documentario aprirà le porte a un inedito modo di interpretare la realtà e stimolerà un nuovo spirito critico sul presente, generando un migliore e più luminoso domani per le generazioni presenti e future”, conclude il regista.

Il film è prodotto da Bluma Lab e Lotus Production. Sono intervistati, nel documentario, Gregg Braden, Masaru Emoto, Vittorio Marchi, Igor Sibaldi, Massimo Citro, Emilio Del Giudice, Enzo Braschi, Giorgio Cerquetti, Massimo Corbucci, Rainbow Eagle, Antonio Giacchetti, Nitamo Montecucco, Alberto Ruz Buenfil, Don Luis Nah e Westin Luke Penuma.

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