“Stiamo valutando siti alternativi a quello di Furnari, altri enti si sono già fatti avanti. Faremo pertanto le nostre opportune valutazioni al termine delle quali decideremo se continuare o meno a fare impresa su questo territorio”.
Ad annunciare la possibile conclusione a sorpresa della vicenda legata alla realizzazione dell’impianto di cogenerazione da biomasse vegetali in contrada Maraffino a Furnari è stato Ivo Blandina, vicepresidente di Confindustria Sicilia ed amministratore della società Comet Bio, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede di Confindustria alla Camera di commercio.
“Il nostro progetto andrà avanti ugualmente – assicura però il numero due di Confindustria siciliana – nonostante le falsità, le violenze, la demagogia ed i tentativi intimidatori di questi mesi. Se qualcuno crede di averci sconfitto, sappia che questa non è nient’altro che una vittoria di Pirro: hanno detto no sia alla possibilità di creare nuovi posti di lavoro sia ad una gestione proficua e ordinata di 6 milioni di euro”.
Il progetto per la realizzazione dell’impianto di produzione di energia elettrica e termica, attraverso l’impiego di fonti rinnovabili come le biomasse legnose, si è caratterizzato negli ultimi mesi per una crescente e rinnovata tensione tra i rappresentati della Comet Bio ed alcuni esponenti dell’amministrazione del centro tirrenico.
Lo scorso ottobre la Comet, nel rispetto di quanto stabilito da un bando emesso dal ministero dello sviluppo economico che di concerto con il ministro dell’ambiente incentiva la realizzazione di piccoli impianti di produzione di energia legati all’impiego di fonti rinnovabili inferiori ad un mega watt, incassa il via libera del comune di Furnari, un cammino che si interrompe lo scorso aprile con l’interruzione di qualsiasi comunicazione tra impresa ed amministrazione.
Un evidente stato di incomunicabilità sul quale, secondo i rappresentati della Comet, hanno pesato le posizioni di quanti hanno deciso di cavalcare i timori e le paure di cittadini,esasperati dalle problematiche legate alla discarica di Mazzarà San’Andrea, rispetto a possibili pesanti ricadute su salute e ambiente che la realizzazione dell’impianto di cogenerazione.
La società però, nonostante le tensioni e le incomprensioni maturate negli ultimi mesi, intende portare avanti il progetto di realizzazione dell’impianto, destinato all’utilizzo di biomasse di origine vegetale.
“La nostra società ha sempre operato nel rispetto e per la salvaguardia dell’ambiente, nonostante le nostre credenziali però la nostra presenza è stata male interpretata. Il ministero dell’ambiente e quello dello sviluppo economico hanno emesso un bando per la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica con biomasse – ha spiegato Giovanni Grasso direttore affari generali gruppo Comet – attraverso incentivi costituiti in parte da contribuiti a fondo perduto in parte con contributi a tasso agevolato alle quali si aggiunge il contributo della società. L’impianto verrà realizzato esclusivamente in aree agricole: un ulteriore conferma dell’assoluta mancanza di nocività del prodotto finale che si colloca come assolutamente compatibile con quanto stabilito nell’ambito del Patto dei Sindaci sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili”.
Il cuore dell’impianto sarà costituito da una caldaia che verrà alimentata grazie all’utilizzo di legname cippato per un totale di circa 17 mila tonnellate complessive, mentre il ciclo produttivo prevede attività prettamente manuali legate alle raccolta, allo stoccaggio ed al trasporto del legname prelevato all’interno della struttura: passaggi che consentiranno di impiegare, incidendo sul settore occupazionale, soggetti socialmente disagiati e rilanciare un economia sociale.
“Come Confindustria, come imprenditori non possiamo che definirci sconcertati nei confronti di una pubblica amministrazione che continua a veicolare allarme sociale – ha denunciato il vice di Confindustria Sicilia – abbiamo dialogato, esposto e illustrato termini, passaggi e vantaggi legati alla realizzazione dell’impianto, ad un certo punto però l’amministrazione ha interrotto qualsiasi comunicazione sino minacciarci fisicamente e verbalmente quando abbiamo preso parte, su invito, ad una seduta aperta del consiglio comunale dal quale siamo dovuti uscire scortati dai carabinieri”.
Una posizione di disagio che è stata ribadita al termine dell’incontro da Alfredo Schifani presidente di Confindustria Messina: “L’ostruzionismo e le difficoltà con le quali le aziende locali sono costrette a fare i conti, nel tentativo di continuare a fare impresa su questo territorio, rappresentano una delle ragioni che opprimono irrimediabilmente la nostra economia. Un’ostilità che ci spinge verso la sola considerazione possibile: i nostri figli non faranno impresa qui, una scelta obbligata che determinerà inevitabili ricadute sul piano economico – occupazionale”. (@Emma_De_Maria)