“Nessuna procedura d’urgenza è attivabile sul viadotto Ritiro. Non sarà quindi possibile finanziare il progetto per la realizzazione della bretella se non prima si stabilirà una data per renderlo esecutivo cantierabile e per conoscere il cronoprogramma del Comune. Solo dopo, potremo verificare la sua compatibilità ed inserire l’intervento nei nostri finanziamenti entro giugno 2015”. Così il dirigente della Protezione Civile regionale, Bruno Manfrè mette a verbale questa mattina, nella sede di viale San Martino, le perplessità del proprio dipartimento sulla disponibilità di stanziare la somma necessaria indicata dall’Anas, quindi 3-4 milioni di euro. L’Organo di tutela pubblica ha convocato nuovamente per oggi le parti interessate, dopo l’incontro di lunedì scorso per pianificare le modalità d’appalto e invece ha praticamente spedito al mittente che è l’Amministrazione municipale il problema. A rispondere alla chiamata odierna l’assessore all’Urbanistica del Comune, Sergio De Cola, per l’Anas il Responsabile Unico del Procedimento e il direttore dei lavori degli svincoli, Domenico Renda e Cristiano Fogliano, per il Consorzio Autostrade Siciliane il vicepresidente Antonino Gazzara. Palazzo Zanca, a partire da oggi, entra in possesso degli studi riguardanti la costruzione della bretella che gli vengono donati dall’Anas. Il Cas, d’altro canto, sta anche provvedendo, negli uffici preposti della Regione, a farsi eventuale carico dell’appalto con una tempistica che risulterebbe più lenta rispetto a quella d’urgenza della Protezione Civile. Assente giustificato è l’Ingegnere Capo del Genio Civile di Messina, Gaetano Sciacca che abbiamo già sentito e che, questa mattina, ha ricevuto la comunicazione da parte dell’Anas per l’avvenuta consegna degli elaborati all’Amministrazione. Il dirigente ribadisce la sua posizione di denuncia nei confronti del Viadotto Ritiro per cui “sarebbe opportuno dichiarare almeno uno stato di pericolosità, se non d’emergenza per l’ammaloramento del calcestruzzo. Il materiale usato è depotenziato e cade a pezzi. Questa non si chiama emergenza considerando che c’è un quartiere abitato al di sotto dell’infrastruttura? La classificazione di pericolosità implica l’eventuale chiusura del viadotto per avviare gli interventi di adeguamento. Ma neanche questo viene realizzato. Poi, non si può accantonare l’analisi della Facoltà di Ingegneria che ha raccolto i dati scoperti da professori molto ferrati in materia. Bastava che il Cas si fidasse di quelle indagini per chiudere il viadotto”.
Ad oggi, la Protezione Civile non ha potuto neppure leggere questa relazione accademica perché non è mai pervenuta nella propria sede. Ma chi la dovrebbe inviare? L’Università? Il Genio Civile che è l’unico ad averlo oltre agli autori? Nella confusione di chi deve documentarsi su cosa, il presidente del Cas Rosario Faraci non ha messo a frutto quanto dichiarato in un incontro pubblico sul futuro degli svincoli ovvero che avrebbe incaricato una ditta per dare spazio ad una nuova perizia sul viadotto.
De Cola incontrerà il suo staff tecnico dei lavori pubblici per lunedì 21 luglio mattina per esaminare gli studi realizzati dall’Anas e forniti ufficialmente in occasione del vertice odierno.
“Questi studi sono equivalenti a un progetto esecutivo – afferma duramente l’assessore -. Hanno la stessa valenza perché saranno approvati nell’arco di 20 giorni dal Genio Civile, dalla Sovrintendenza e dal nostro Ente. A fronte di un serio allarme lanciato dall’ingegnere Sciacca, di verifiche effettuate dalla Protezione Civile che riconosce nella nuova bretella una fondamentale via di fuga e delle lungaggini che la popolazione ha dovuto patire da parte delle varie gestioni in merito al completamento degli svincoli, ci vuole la volontà di accelerare i percorsi iniziati insieme, senza demandare ad altri enti. Noi stiamo facendo la nostra parte e, sicuramente, se la Protezione civile insisterà su questa linea di ‘non emergenza’, commissioneremo il lavoro al Cas, instaurando un accordo in cui cediamo il progetto esecutivo cantierabile da appaltare. Mi sento di dire da cittadino, oltre che da tecnico, che la situazione deve assolutamente risolversi a breve anche se qualunque gara d’appalto ha i suoi tempi di espletamento. Noi con molti sforzi siamo riusciti a coprire il costo dell’opera svincoli ma per la bretella abbiamo bisogno di una mano sostanziosa”.
La Protezione Civile avrebbe potuto incarnare quella mano mentre ancora si discute sulla fattibilità del progetto che, per essere integrato nei fondi Po-Fesr 2007-2013, deve essere convalidato entro giugno 2015. In caso contrario, il Comune perderebbe un “turno importante” che si potrebbe aggirare con la famosa procedura d’urgenza, inaccettabile dal punto di vista della normativa, secondo la Protezione Civile.(@MARCELLA RUGGERI)