“L’annuale classifica stilata da «Il Sole 24 Ore» “premia” l’Università degli studi di Messina facendole guadagnare diverse posizioni rispetto al passato. Questo non può che essere un motivo di vanto per chi dirige l’Ateneo e per la città in generale”.
Così il deputato regionale del Nuovo CentroDestra, On. Nino Germanà, commenta la notizia apparsa sul principale quotidiano di economia e finanza che attribuisce il 38• posto in classifica all’Ateneo.
“Bisogna puntare a migliorare ancora e sempre. Detto ciò, va riconosciuto un enorme merito al Magnifico Rettore e ai responsabili dei diversi dipartimenti oltre che a tutti i collaboratori e lo staff docente, tecnico e amministrativo dell’Unime che, in quest’anno
hanno lavorato con impegno e dedizione per rendere più “giovane” e al passo con i tempi la nostra Università . L’approccio adottato nei riguardi della formazione dei discenti con specifica attenzione ai criteri di internazionalizzazione e alle proposte didattiche merito
della competenza degli addetti ai lavori che, con impegno quotidiano, stanno contribuendo a riformare un Ateneo il cui nome spesso leggevamo sulle pagine della peggior cronaca nazionale, vanno applauditi e sostenuti.
Il grave problema dell’accesso al mondo del lavoro che permane per i nostri laureati dipende dalla crisi che vive il territorio ma da questa, grazie anche alle intelligenze e le risorse di cui le nuove generazioni dispongono in modo sempre crescente, siamo convinti,
si verrà a capo in un futuro non lontano.
Intanto rivolgo orgogliosamente al Magnifico Rettore, Prof. Pietro Navarra, e all’entourage dell’Ateneo i miei più vivi complimenti per l’azione importante che svolgono ogni giorno. E convinto della necessità di una costante collaborazione tra gli Enti, i rappresentanti della
comunità a tutti i livelli e la società civile in generale, rinnovo la mia disponibilità -di uomo e di eletto dal popolo- per qualsivoglia azione congiunta che miri a migliorare le condizioni di studio, di inserimento e di vita dei nostri giovani, nell’ottica dello sviluppo, della
professionalizzazione, della competitività con l’estero, dell’azione sinergica e soprattutto del merito, il quale deve tornare ad essere premiato non umiliato costringendo i neolaureati a scappare dalla nostra straordinaria terra per assenza di opportunità”, conclude.