“Non ho rimpianti né malinconie”. Una vita eclettica e ricca di amore quella di Laura Efrikian, la prima moglie di Gianni Morandi, che ha presentato il suo ultimo libro La vita non ha età (ed. MGC) alla libreria Feltrinelli Point di Messina.
“I tanti lavori che ho fatto – dice – hanno sempre rispettato la dignità personale”: dall’arte alla recitazione, dal design e alla scrittura, Efrikian ad oggi si designa “nonna”, la professione che più la rende orgogliosa e che assume maggior significato dal momento che questo ultimo testo è proprio dedicato ai suoi nipoti, affinché “si ricordino di me quando non ci sarò più, di una persona che ha voluto rendergli noto le loro origini. Con la storia mia e della mia famiglia voglio dimostrargli che siamo riusciti ad uscire dai problemi di quel tempo. La crisi di oggi deve far trovare la forza agli italiani di riaffermare le capacità artigianali, che hanno caratterizzato la nostra storia. La globalizzazione non ci ha di certo aiutati perché ha rovinato le differenze”.
La scrittura per Efrikian assurge a quel carattere di veridicità e di validità che rimane eterno ed intangibile. Non è un caso che l’attrice consiglia a tutte le mamme di tenere un diario, perché “verba volant, scripta manent”.
Certamente gli anni ’60 furono anni positivi di grande fiducia, che portarono alla “fortuna di un incontro”, quello con Gianni Morandi. Quindici anni insieme, due figli e poi il divorzio. «è un ricordo che non turba, scrive ne La vita non ha età – ma commuove». Un giovane amore, a cui Efrikian guarda con simpatia e la cui fine è, però, raccontata come inevitabile e necessaria: “Arrivati all’età di 40 anni, ognuno cresce in un certo modo: io e Gianni eravamo cresciuti in modo diverso ed io avevo bisogno di indipendenza e di autonomia. Adesso siamo in rapporti di non belligeranza”.
A causa del rapporto con Morandi, infatti, Efrikian ha dovuto abbandonare la sua carriera di attrice, forse il suo unico rimpianto: “ero molto brava e avevo anche una grande preparazione. Ho fatto l’errore di essere sottomessa al marito. L’amore a volte ci rovina, però io scelsi sempre l’amore”.
Laura Efrikian è di origini armene e racconta in maniera interessante il suo rapporto con le sue radici: “mio padre voleva che noi ci sentissimo italiane, non armene, perché era in Italia che stavamo bene. Tuttavia, non sono mai riuscita ad andare in Armenia. Non vorrei andarci come turista, ma come armena, cercando di portarvi qualcosa di concreto”. A tal proposito, infatti, forse verrà tradotta la prima parte del suo libro, in cui appunto viene affrontato il tema delle origini. Ed il 18 Giugno, non a caso, Efrikian presenterà la vita non ha età in una libreria organizzata da armeni.
Molti i progetti futuri. A partire dall’impegno sociale in Africa dimostrato attraverso la nascita di “Laura for Arfrica”: “Ho una casa in Kenya e lì ho mi sono resa conto di una bellezza imbarazzante, che ti travolge. Esiste davvero il mal d’Africa. Ho visto la miseria, il malessere”. Il volto dei bambini che la accolgono con grandi sorrisi è descritto dalla Efrikian come una gioia di inconsapevolezza, inconscia del futuro.
Attraverso la sua fondazione, l’attrice ha dato avvio ad un progetto di studi e sostegno in Africa, con l’intento, in particolare, di costruire scuole e pozzi e fornire medicine: “Il 25 Luglio andrò a mettere un altro pozzo, a portare acqua e vita. Già i ricavati di questo mio libro sono stati impegnati per l’Africa”. Donando 5 euro, infatti, viene garantita l’assistenza sanitaria a giovani ragazzi, a cui Laura cerca di offrire un futuro molto più sereno di quello che li aspetta.
Amante della lettura e della scrittura, come ammette dichiarando di leggere almeno due, tre libri e di prediligere Alessandro Manzoni, ha intenzione di fare del suo primo testo Come l’olmo e l’edera (ed. MGC) un audiolibro, per renderlo disponibile anche ai non vedenti.
Ad acclamarla anche un folto gruppo di fans, che attraverso i loro interventi, hanno reso l’incontro a Messina con Laura Efrikian piacevole con un pizzico di confidenza in più.
@clarissacomunale
