TAORMINA DECISA A PASSARE AL LIBERO CONSORZIO DI ACIREALE MA LA LEGGE GLIELO VIETA

Taormina in fuga dalla Città metropolitana di Messina. Ma a ingabbiarla è la legge regionale che riforma gli enti intermedi siciliani. Il testo non prevede che un Comune possa passare da una Città metropolitana a un Libero consorzio diverso da quello di appartenenza.

Il peccato, per così dire originale, è stato compiuto al momento del varo della legge 8 del 24 marzo 2014, quella con cui l’Ars sopprime le province regionali e istituisce i Liberi consorzi di Comuni e le Città metropolitane. Secondo la normativa, la Perla dello Jonio dovrebbe far parte della Città metropolitana di Messina, nel rispetto del decreto del presidente della Regione del 10 agosto 1995. Pare che orientamento dell’amministrazione comunale sia, in realtà, quello di aderire al Libero consorzio che Acireale vorrebbe costituire, staccandosi a sua volta da Catania.

Missione impossibile, stando a quanto prevede la legge. Se all’articolo 2 è previsto il passaggio da un Libero consorzio a un altro già contemplato o da istituire ex novo, l’articolo 9, in tema di Città metropolitane, disciplina l’ipotesi di distacco esclusivamente per approdare al Libero consorzio “di appartenenza”. Quello di Messina, nel caso di Taormina. Tutt’al più, potrebbe accadere che dal Libero consorzio della città dello Stretto si traslochi nella corrispondente Città metropolitana. Tutto deve avvenire, in ogni caso, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge.

A corroborare questa tesi è, implicitamente, un precedente risalente alla fine di maggio, quando il Consiglio comunale di Gela, all’unanimità dei 26 presenti, ha deliberato di sganciarsi da Caltanissetta per entrare nel Libero consorzio, e non nella Città metropolitana, di Catania. Per completezza di informazione, nella fattispecie sarà necessario che il provvedimento sia ratificato entro due mesi da un referendum confermativo.

@FabioBonasera

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