«Messina se la sono mangiata tutta. Il sacco edilizio di Palermo, in confronto, fa ridere. Qui, Ciancimino nemmeno lo se vedono». Renato Accorinti non usa mezzi termini nel descrivere, con espressioni intrise di “messinesità”, l’impossibilità di trovare spazi adeguati per i migranti che sbarcano periodicamente al porto.
Anche lui, intervenendo al seminario di aggiornamento professionale dei giornalisti dal titolo “Migranti e non più clandestini: l’informazione dopo la Carta di Roma”, tenutosi ieri a palazzo Zanca, ricorda che in città «non abbiamo spazi». «Stiamo cercando delle soluzioni e accettiamo ogni possibile suggerimento – ha ammesso – l’orgoglio va messo da parte. L’importante è che sia chiaro che parliamo di persone, non di oggetti».
Il primo cittadino ha poi ricordato di essere stato «più volte al ministero della Difesa, chiedendo delle aree militari. Ce ne sono 5 o 6 molto grandi. Servirebbero per qualunque tipo di emergenza. Anche quella sismica. Anche per accogliere i nostri fratelli. Parlando agli altri sindaci italiani, alla presenza di Alfano (Angelino, ndr), ho fatto presente che il problema non può ricadere solo su Lampedusa o su di noi».