“Ho osservato questa campagna elettorale in silenzio sperando di cogliere proposte europeiste serie, concrete e credibili. Ho registrato solo tanta approssimazione e pochezza, che confermano la scarsa conoscenza di ciò che dovrebbe essere il lavoro del deputato europeo. Il basso confronto che ha animato negli ultimi giorni la pagina politica siciliana purtroppo ratifica i miei presentimenti”: lo dice Sonia Alfano, eurodeputato, presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia.
“Mi preoccupa anche il modo in cui viene affrontato in questa campagna elettorale il tema della mafia e dell’antimafia, e penso che sarebbe un tragico errore demolire il lavoro fatto da me e dai parlamentari in Commissione antimafia europea durante questa legislatura.
Bisogna invece motivare l’Europa a condividere uno spazio comune di lotta alle mafie: un tema che ancora vedo sottovalutato. Mi dispiace pure” continua Sonia Alfano, “che in questa campagna elettorale si riproponga l’approccio negazionista del periodo stragista e del rapporto Stato-mafia. Se penso a quanto detto dal professore Fiandaca, candidato del Pd, che è uno degli esponenti del negazionismo della trattativa Stato-mafia, tutto ciò rischia di diventare una conferma.
Negare la trattativa e il coinvolgimento di pezzi delle istituzioni nella decisione di sacrificare magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine per asservire la volontà di Cosa Nostra è negare verità storiche e processuali: tutto ciò nuoce ad un paese che deve liberarsi dalla mafia.
Mi dispiace pure l’aggressione verbale fatta da Fiandaca al giornalista Calasanzio, che ha scritto e documentato un reportage pubblicato sul Fatto Quotidiano e che andava confutato non con insulti poco garantisti ma con fatti e documenti.
Mi sarei aspettata da Fiandaca una smentita e non un’eclatante conferma a quello che lui stesso definisce “scoop”, riguardo alla sua consulenza ad una ditta vicina alla mafia.
Fiandaca, oltre che confermare il contenuto dell’articolo, ha anche trovato il modo di offendere nel più becero dei modi l’autore.
Tacciare l’articolo di Calasanzio come frutto di “manifesta malafede” è davvero sorprendente dal momento che Fiandaca ne ha confermato il contenuto.
Ancora una volta si rischia di favorire le mafie negando quanto avvenuto ed acclarato da sentenze processuali definitive, e con spaccature tese a dimostrare chi è più antimafioso degli altri. La Sicilia non ha bisogno di litigi e primedonne. I nostri cari non hanno bisogno che venga negato il loro sacrificio.
Io preferisco la storia di Calasanzio, fatta di conoscenza diretta e di tragici vissuti familiari, vicende che l’onnisciente professore probabilmente non conosce” conclude l’eurodeputato e presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Sonia Alfano.