Il Circolo Arci Thomas Sankara chiede la chiusura immediata del Palanebiolo e il ripristino della legalità. Lo fa in una nota, in cui interviene sullo scontro dialettico tra l’assessore Mantineo e il Prefetto, sottolineando quanto le polemiche seguite si siano fermate alle parole, distraendo cittadini e giornalisti dal motivo che ha portato l’esponente della Giunta allo scontro: ovvero la permanenza della struttura tendopoli come unico supporto logistico per l’accoglienza dei profughi (gli ultimi arrivati la scorsa notte) e l’assenza di un dialogo che consenta a volontari e associazioni preposte di agevolare e rendere meno militarizzata la presenza di queste persone che spesso vedono Messina solo come una tappa del loro viaggio.
“Nei giorni in cui va montando la polemica nei confronti dell’assessore Mantineo – si legge nel documento – reo di avere qualificato con l’aggettivo “scarso” l’operato del Prefetto Trotta in materia di immigrazione, non possiamo fare a meno di notare che, di pari passo con la richiesta di dimissioni del suddetto assessore, assistiamo alla legittimazione di fatto di uno spazio illegale come il “campo di smistamento” allestito dentro il Palanebiolo. Vale infatti la pena di ricordare e sottolineare che la legislazione attuale e le norme internazionali non prevedono campi come quello sorto in città ed esso è, dunque, illegale – così come abbiamo denunciato nel nostro esposto alla Procura della Repubblica.
L’installazione di quella tendopoli trova fondamento all’interno di un principio noto come “stato di eccezione”, che consiste nella sospensione della norma da parte dell’autorità sovrana per motivi supremi, reali o immaginari, legati alla difesa del corpo sociale. Lo stato d’eccezione è legato all’esperienza dei grandi autoritarismi, dal colonialismo al nazismo, che, non a caso, hanno fatto grande uso dei campi per uno smantellamento sistematico dello stato di diritto e non solo per lo sterminio di segmenti della popolazione.
La costruzione della tendopoli è, pertanto, un “atto eccezionale”, che si protrae da circa sette mesi, in un quadro che in sé non sembrerebbe oggettivamente avere nulla a che fare con l’assedio e la difesa; a meno che, naturalmente, non si stabilisca che i richiedenti asilo siano nemici e che la nazione sia sotto assedio.
Le polemiche sorte sugli organi di stampa e dentro i palazzi, e le successive richieste di dimissioni dell’assessore Mantineo, sono prova di un clima censorio e repressivo, laddove il medesimo Prefetto ha sempre rifiutato qualsiasi proposta alternativa volta ad evitare l’impiego della tendopoli e la concentrazione di esseri umani in condizioni inumane e degradanti. Ricordiamo che le testimonianze raccolte nel corso delle ispezioni condotte in questi mesi dall’Asp, da parlamentari e dalla nostra stessa associazione parlano di: cure mediche inadeguate e omesse, tende allagate, servizi igienici insufficienti e mal funzionanti, umidità o calore eccessivi, luogo insalubre. Inoltre riteniamo che tali polemiche siano il centro di una strumentalizzazione volta a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dal permanere della vergogna del Pala Nebiolo, e dalle richieste che l’assemblea cittadina del 28 aprile 2014 ha presentato al Sindaco, innescata da forze politiche che hanno brillato per la loro assenza nella proposizione di soluzioni efficaci all’esistenza della tendopoli.
Coloro che in questi giorni attaccano con tanta veemenza l’assessore Mantineo appaiono dunque legittimare un operato della Prefettura volto da sette mesi a ledere sistematicamente i diritti umani e la norma giuridica. Sorprende altresì che il massimo rappresentante di una importante istituzione culturale come l’Università di Messina possa acriticamente prestarsi a una simile operazione di riduzione dei diritti, in barba ad acquisizioni e analisi prodotte nel corso degli anni da autorevoli esponenti dell’accademia”.
Alla luce delle suddette considerazioni,