La seconda giornata di invasioni digitali messinesi si è conclusa con grande soddisfazione degli organizzatori e dei partecipanti. Sono stati infatti due gli appuntamenti di ieri: il primo al mattino alla penisola San Raineri, dove un gruppo di circa trenta invasori ha potuto ammirare il forte San Salvatore e soprattutto guardare Messina da una prospettiva diversa. L’entusiasmo era palpante, così come la sorpresa di trovare un mare (è proprio il caso dirlo) di bellezze non solo naturali. Bello è stato infatti visitare le sale dedicate ai miti dello stretto di Messina e ai fari siciliani, allestite all’interno del forte e parti integranti del tour. La visita è stata fortemente appoggiata dalla Marina Militare che ha espresso il proprio apprezzamento nelle parole del comandante del distaccamento, il c.v. Santo Giacomo Legrottaglie, il quale ha voluto salutare gli invasori e accoglierli durante la loro visita. Nel suo breve discorso ha poi sottolineato quanto tutta l’area del Forte appartenga alla città (visto anche l’alto numero di visitatori che vi si recano ogni giorno) e di come iniziative come le Invasioni digitali ripaghino gli sforzi per aver mantenuto e reso fruibile questa parte di Messina.
Nel pomeriggio le invasioni si sono poi spostate di qualche centinaio di metri in linea d’aria lungo la costa per scoprire un altro luogo, la casa (le due stanze che non sono state demolite) e il giardino del Cavaliere Cammarata. Una visita ricca di sorprese anche questa, guidata questa volta da due esponenti del collettivo Zona Cammarata, Mosè Previti e Pier Paolo Zampieri, che hanno raccontato la storia del luogo, del suo incredibile proprietario e soprattutto i passi compiuti dal collettivo e quelli in programma per riqualificare la struttura di via Maregrosso. La visita alla casa del cavaliere Cammarata si è poi spostata in un altro luogo simbolo della zona, il Pensatoio di Vittorio. Vittorio non è un semplice rigattiere che in conto vendita espone merce usata: è l’erede naturale di ciò che il Cavaliere Cammarata rappresenta. In una zona in cui il degrado e il cemento la fanno da padroni, l’unico riscatto possibile è attraverso l’arte. Anche (ma non solo) per questo motivo la Zona Cammarata (che comprende sia la casa del Cavaliere che il magazzino di Vittorio) è stata inserita tra le invasioni digitali. Maregrosso (forse sarebbe più appropriato dire Messina tutta) deve trovare riscatto nell’arte e nei suoi artisti e una manifestazione come quella delle invasioni è certamente uno stimolo e una possibilità per valorizzare in maniera semplice e diretta le ricchezze che si hanno e di cui spesso – presi dal degrado e dal cemento – ci dimentichiamo.
Le invasioni digitali continuano: l’ultimo appuntamento è per domenica 4 maggio a Mili San Pietro per la visita all’Abbazia di Santa Maria, la più antica testimonianza di architettura religiosa normanna di Messina, edificata nel 1091 dal Gran Conte Ruggero d’Altavilla. Tutte le informazioni sono su messineasy, mentre in questo articolo trovi alcuni scatti delle invasioni.