SERIE A: JUVE, LO CHAMPAGNE È IN GHIACCIO. TRA EUROPA E SALVEZZA, IN NOVE PRONTE ALLA VOLATA

Con il 3-1 della Juventus capolista al Mapei Stadium contro il Sassuolo, va in archivio anche l’interminabile trentacinquesima giornata della massima serie, sviluppatasi nell’arco di ben quattro giorni.

In casa bianconera hanno già allertato i custodi della cantina, champagne in ghiaccio: salvo inimmaginabili sorprese, il conforto dell’aritmetica arriverà fra una settimana, in uno Stadium vestito a festa per il tri(s)colore, all’esito del posticipo con l’Atalanta. E il calendario ha voluto che lunedì prossimo coincida con il 5 maggio, data sempre più mistica per gli amanti della Vecchia Signora. Nel monday night di Reggio Emilia Antonio Conte ha rischiato non poco, schierando dal 1′ quasi tutti i titolari (compreso Barzagli reduce da infortunio, nel finale si è rivisto anche Vidal) su un campo reso pesantissimo dalla pioggia battente. A 72 ore da una semifinale di ritorno in Coppa, altri si sarebbero regolati diversamente ma la fortuna ha arriso al tecnico salentino, risparmiando nuovi guai fisici ai suoi uomini. Andati sotto in avvio di gara (a segno Zaza), i piemontesi hanno dapprima pareggiato con una stoccata di Tevez e poi ribaltato grazie a Marchisio e Llorente, che ha chiuso i giochi con un tacco alla Crespo.

Se il campionato è rimasto aperto fino ad ora, nonostante lo strapotere di Madama, il merito è esclusivamente della Roma, impostasi sul Milan nell’anticipo di venerdì con il più classico dei risultati, impreziosito dalla magia da Dvd di Miralem Pjanic. Basta un dato per cogliere la straordinarietà della stagione giallorossa: a 270 minuti dal termine gli uomini di Garcia vantano 85 punti in classifica, la prima Juve scudettata di Conte si fermò a quota 84…e chiuse da imbattuta. Ma il gap di 8 lunghezze dalla vetta certifica la superiorità nell’eccellenza, il buon Rudi non dovrebbe prestare il fianco con dichiarazioni improvvide.

Spostandoci in casa rossonera, il k.o. dell’Olimpico ha rinfocolato le voci sull’addio di Clarence Seedorf: le cinque vittorie consecutive sembrano già un ricordo, la sensazione è che il destino dell’olandese sia abbastanza segnato, inconcepibilmente. Forse soltanto la qualificazione alla prossima Europa League potrebbe mutare il corso degli eventi, il derby della Madonnina costituirà un passaggio fondamentale.

E qui va aperta una significativa parentesi. Fiorentina e Inter sostanzialmente hanno già staccato il pass continentale; rimane un ultimo posto da assegnare, per il quale concorrono Torino, Lazio, Verona, Parma e lo stesso Milan. Cinque squadre racchiuse in un punto. Sulla carta le ultime due possono vantare un calendario più favorevole, ma si deciderà chiaramente in volata.

I granata hanno sbrigato la pratica Udinese tra le mura amiche brindando alla ventunesima prodezza del capocannoniere Ciro Immobile; discorso quasi analogo per gli scaligeri di Mandorlini che, trascinati da un Toni versione Brazil, hanno servito il poker al derelitto Catania. È un vero peccato che il Ct Prandelli abbia escluso dai pre convocati l’eterno ariete di Pavullo, da mesi ribadiamo su queste colonne che le sue caratteristiche al Mondiale potrebbero giovare alla causa.

Di vitale importanza anche il successo della Lazio, abile ad espugnare l’Ardenza frustrando ulteriormente le velleità di salvezza del Livorno, che resta penultimo a 3 punti dalla permanenza. Anche in coda, comunque, la situazione è piuttosto fluida. Togliendo dal novero il fanalino Catania e il Cagliari, salvatosi matematicamente superando il Parma al Sant’Elia, abbiamo quattro compagini in lotta per evitare gli ultimi due posti. Nel weekend hanno perso tutte, Chievo e Sassuolo sembrano però avere più birra in corpo rispetto al Bologna e al summenzionato Livorno.

I clivensi di Eugenio Corini han fatto harakiri a Marassi: perdere una partita che si conduceva fino al minuto 80, in superiorità numerica oltretutto, è un’autentica impresa al contrario. Lodi però all’indomabile Samp, cui Mihajlovic ha trasfuso tutta la sua grinta. Senza storia invece il derby dell’Appennino, che ha visto la Fiorentina volare a Bologna sulle ali del formidabile Juan Guillermo Cuadrado. All’ombra delle Due Torri il rischio B è elevatissimo, il carattere di Ballardini potrebbe non bastare: se i tuoi 4 attaccanti complessivamente han segnato 8 gol e – tu società – non hai provveduto quando potevi, facendo finta a gennaio di non mettere in conto la cessione di Diamanti, sei causa del tuo mal e devi piangere te stessa.

Contrariamente al solito, chiudiamo con quello che avrebbe dovuto rappresentare il piatto forte del menu. La sfida tra Inter e Napoli prometteva scintille, ne è uscito fuori uno 0-0 divertente dato il buon numero di occasioni create dalle due contendenti. Preliminari permettendo, entrambe hanno già prenotato i voli europei, mai come in questi casi la spartizione della posta è stata accettata di buon grado: nessun ferito tra Mazzarri e Benitez, grandi ex della contesa.

Questa l’analisi del quartultimo turno di serie A, disputatosi nel fine settimana più triste della storia calcistica recente. Buon viaggio ai mister Vujadin Boskov e Tito Vilanova, anagraficamente avrebbero potuto essere padre e figlio, ma il destino li ha accomunati nel modo peggiore.

@jodycolletti

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