Armi e droga alla base dell’attività criminale che si svolgeva nel quartiere di Mangialupi. Una indagine della Direzione distrettuale antimafia che ha portato al rinvio a giudizio per undici persone, indagate nell’ambito dell’inchiesta nata dall’operazione ‘Murazzo’ che portò il 20 aprile dell’anno scorso all’arresto di 8 persone affiliate al clan Mangialupi di Messina. Le richieste sono state firmate dai Pm di Messina Giuseppe Verzera e Fabrizio Monaco, per Letterio Campagna, la moglie Maria Passari, i figli Giovanni, Roberto e Consolato, il boss di Mangialupi Antonino Trovato, il catanese Sebastiano Minutola, Antonio Campagna Rocco Rao e i fratelli Maria e Giuseppe Sturniolo.
Tutti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Le indagini accertarono gli stretti rapporti fra la famiglia Campagna e il clan Trovato. Il 23 gennaio di due anni fa, in un casolare di proprietà dei Campagna, in contrada Murazzo, a S.Filippo Superiore, la polizia sequestrò un arsenale: kalashnikov, mitragliatori, fucili, detonatori, munizioni da guerra e sei chili di cocaina.