Il posticipo che stasera vedrà protagoniste Inter e Udinese a San Siro completerà il quadro della trentesima di serie A, coincidente con l’ultimo turno infrasettimanale previsto dal calendario.
Solita solfa in alta quota dove Juventus e Roma, entrambe impegnate tra le mura amiche, hanno sbrigato con il medesimo risultato, rispettivamente, le pratiche Parma e Torino. Carlitos Tevez ha nuovamente scavalcato in vetta alla classifica cannonieri Ciro Immobile, autore nell’unico anticipo dell’Olimpico di un gol da cineteca, poi reso ininfluente dal diagonale di Florenzi che in pieno recupero ha regalato il successo ai capitolini. Soltanto la cannibale capolista é stata quindi in grado di spezzare l’imbattibilità dei ducali, che resisteva proprio dalla gara d’andata contro Madama al Tardini. Uno neo della notte bianconera l’ammonizione dello stesso bomber argentino: l’Apache era diffidato e salterà l’affascinante trasferta del San Paolo, ostacolo tra i più ostici nella corsa ai fatidici 100 punti. Chiudendo la parentesi dedicata alle prime due della classe, come non menzionare la presentazione del progetto relativo allo stadio di proprietà della Roma, tenutasi ieri mattina in Campidoglio. Una struttura avveniristica che conferma le ambizioni della società di Pallotta, affiancata nella realizzazione dell’opera dalla Goldman Sachs: sulla sponda giallorossa del Tevere si pensa davvero in grande, finalmente.
Bene anche il Napoli, impostosi serenamente sul malcapitato Catania malgrado il parziale turnover varato da Rafa Benitez. Alla luce del concomitante capitombolo interno della Fiorentina, il blitz degli azzurri al Massimino suona come una sentenza in chiave terzo posto. E dire che, appena 4 giorni fa, Joaquin sembrava aver riaperto i giochi. Si affievoliscono sempre più, di rimando, le speranze degli etnei fanalino di coda: lo spettro della B va ormai materializzandosi e sinceramente, per quanto visto sul campo sinora, ci sarebbe ben poco da recriminare in caso di retrocessione. Succede che i presidenti vengano colti da inopinati deliri di onniscienza (ne parliamo da inizio stagione), quando però di calcio ne masticano ben poco le conseguenze possono essere nefaste.
Vi abbiamo già fatto accenno, l’esito più sorprendente della serata è scaturito dal confronto dell’Artemio Franchi conclusosi con la vittoria del Milan, trascinato dal redivivo Mario Balotelli. Si era già parlato di 180 minuti decisivi per lo stralunato Seedorf, ebbene: esame superato a pieni voti, 4 punti in tre giorni conquistati in trasferta contro Lazio e Viola. E scusate se è poco, per questo Milan. Come andiamo dicendo da settimane, si dia tempo a Clarence prima di esprimere giudizi inappellabili, senza trascinarlo nel marasma che regna sovrano in casa rossonera. Gli si conceda la possibilità di mettere bocca in sede di mercato, sì da costruire un organico in linea con le sue di idee, perché l’olandese questa rosa l’ha semplicemente ereditata, salendo sul treno in corsa. Magari non farà mai vedere il calcio champagne auspicato dall’ex Cav, ma solo il tempo – appunto – potrà esprimersi al riguardo.
Per quanto riguarda terra di mezzo e zona calda, Genoa e Atalanta hanno sfruttato il fattore campo a spese di Lazio e Livorno, quest’ultimo sempre inguaiatissimo al pari del Sassuolo, che nonostante il ritorno di Eusebio Di Francesco non riesce a ritrovare un minimo di continuità. La Sampdoria completa il club delle 10 corsare al Mapei Stadium, nessuno davanti al proprio pubblico ha fatto peggio della matricola di patron Squinzi.
Significativo, invece, il balzo verso la salvezza compiuto da Cagliari e Chievo. Ai sardi, volati a + 8 sul terzultimo posto, è bastato un guizzo aereo di Nenè per avere la meglio su un Verona che, forte di una permanenza acquisita già a febbraio, sta sperperando in questo finale di campionato il bonus di credibilità guadagnato nei primi sei mesi. Le motivazioni incidono tanto e l’annata degli scaligeri rimarrà comunque positiva, ma la competizione va onorata fino al 18 maggio. I clivensi di Corini, dal loro canto, hanno rifilato al Bologna un perentorio 3-0 al sapore di sorpasso, mettendo conseguentemente a rischio la panchina di Davide Ballardini, lo stesso che un mese fa aveva snobbato la partenza di Diamanti, definendo Alino “non decisivo”. Certo, mister, come no. Lo saranno Bianchi, Cristaldo e Christodoulopoulos, peccato che il greco non sia attrezzato per i miracoli.
JODY COLLETTI Twitter: @jodycolletti