Con i due posticipi dello stadio Olimpico e del Massimino è calato il sipario sulla ventinovesima giornata di serie A, ma gli appassionati non dovranno pazientare molto per rivedere all’opera i propri beniamini: a partire da martedì si torna infatti in campo per la disputa dell’ultimo turno infrasettimanale della stagione.
Partendo proprio dai due match serali, alla Juve capolista è bastato un diagonale di Carlitos Tevez per fare bottino pieno alle falde dell’Etna, mantenere inalterato l’abbondante vantaggio sulla Roma e continuare a cullare il sogno 100 punti, principale traguardo rimasto da raggiungere in campionato. Il Catania resta desolatamente fanalino di coda e mercoledì – altro improbo turno casalingo contro il Napoli – dovrà fare a meno del nervosissimo Bergessio, che, evidentemente memore dell’intervento dell’andata costatogli la frattura del perone, ha mal pensato di regolare sul rettangolo verde i conti con Chiellini, frustrando con la sua espulsione le residue velleità di rimonta dei rossazzurri.
Lazio e Milan si sono invece spartite la posta in palio: un pareggio, conseguito a suggello di una prestazione discreta, che permette a Clarence Seedorf di mettersi alle spalle i tre K.O. consecutivi e di scacciare gli inopinati fantasmi dell’esonero, manifestatisi insistentemente alle latitudini di Milanello in settimana. Già, nella paradossale annata del Diavolo è accaduto anche questo: croce addosso all’olandese, che mai avrebbe pensato di potersi bruciare salendo sul treno in corsa, considerata la modesta cifra tecnica complessiva dell’organico a sua disposizione, a voler tacere dell’eredità lasciatagli da Allegri. I prossimi saranno mesi decisivi per tutto l’ambiente rossonero, nella speranza che – anziché occultare ulteriormente la polvere sotto il tappeto – si faccia la debita chiarezza in seno al management, senza sbandierare in estate obiettivi impensabili.
Procedendo a ritroso, i due blitz esterni centrati da Fiorentina e Atalanta meritano ampiamente la copertina della domenica pomeriggio. I ragazzi di Montella, all’ora dell’aperitivo, hanno sbancato il San Paolo ad una manciata di minuti dalla fine, capitalizzando al massimo la superiorità numerica e uno dei rari errori di Pepe Reina che, uscito dai pali nel tentativo di fermare Matri, ha poi spalancato la porta al facile tap-in aereo di Joaquin. Dopo questa sconfitta, riagguantare Totti e compagni sembra ormai utopistico per il Napoli. I partenopei semmai dovranno guardarsi le spalle, anche se il margine di 7 lunghezze sulla Viola dovrebbe rivelarsi sufficiente per blindare il terzo posto che vale il playoff di Champions.
Nei 90 minuti di San Siro, invece, è successo davvero di tutto, ma anche in questo caso alla squadra di casa – l’Inter, nella fattispecie – il veleno è stato somministrato in coda. A vestire i panni del giustiziere (doppio) è stato Giacomo Bonaventura, talento nostrano ancora relegato immotivatamente in provincia. Gli amici lo chiamano Jack, avesse avuto un cognome anglofono – considerata l’esasperata esterofilia del nostro calcio – magari già da un paio d’anni sarebbe stato protagonista con la maglia di un grande club.
Venendo adesso agli anticipi del sabato, la Roma ha consolidato la seconda piazza regolando col più classico dei risultati il Chievo, mentre sul trionfo del Torino ai danni del Livorno è impresso nitidamente il marchio di Ciro Immobile, nuovo capocannoniere a quota 16 reti in coabitazione col dirimpettaio Apache bianconero. Profilo caldissimo anche in chiave Mondiale quello dell’attaccante napoletano, sempre più intenzionato a prenotarsi un posto sull’aereo che fra un paio di mesi porterà la comitiva azzurra in Brasile.
Per quanto riguarda le altre partite, spicca la manita esibita dalla Samp ad un Verona in caduta libera: da quando hanno raggiunto la fatidica soglia dei 40 punti, gli scaligeri hanno tirato decisamente il freno delle motivazioni, il misero punticino raggranellato negli ultimi quattro appuntamenti lo comprova. Il Parma, invece, davanti al pubblico amico non è andato oltre l’1-1 contro il Genoa, sciupando un’ottima occasione per riaffermare le proprie ambizioni europee. Nella zona calda, infine, da evidenziare il rigore realizzato dall’impronunciabile Christodoulopoulos, grazie al quale il Bologna si è imposto sul Cagliari nello scontro diretto del Dall’Ara. Restando in tema di penalty, al Friuli ne hanno sbagliato uno per parte Udinese e Sassuolo. Indulgenza per Totò Di Natale, autore comunque del gol vittoria; ma Sergio Floccari, reo di aver stampato sul montante una potenziale fetta di salvezza neroverde, finisce indiscutibilmente dietro la lavagna.
JODY COLLETTI Twitter: @jodycolletti