“Per tutte le lingue del mondo” è lo slogan di quest’anno con cui la Federazione dei Logopedisti Italiani ha lanciato la consueta campagna organizzata in occasione della Giornata Europea del CPLOL (il comitato europeo della logopedia), tutta dedicata al “multilinguismo”, una condizione legata principalmente al fenomeno dell’immigrazione e che vede maggiormente coinvolti bambini in età scolare e prescolare. Un fenomeno massiccio: sono infatti oltre ottocentomila gli studenti stranieri in Italia, circa 300 mila sono bambini tra i 6 ai 12 anni.
Il Comune di Messina ha aderito alla giornata di sensibilizzazione, attivando alcune iniziative con l’obiettivo di informare i cittadini sui temi inerenti i disturbi della comunicazione e della deglutizione in ambito logopedico.
Uno sportello d’ascolto, al numero telefonico 090-2213143, sarà operativo al policlinico Universitario G. Martino, dalle ore 12 alle 15, di martedì 11 e giovedì 13. Sono inoltre previsti punti informativi lunedì 10, dalle ore 8.15 alle 10, al plesso Cristo Re dell’XI Istituto comprensivo di Gravitelli, e venerdì 14, dalle ore 17 alle 19.30, al Centro di Aggregazione Giovanile “La Bussola” del villaggio Cep, in via dei Gelsomini, nella scuola elementare Padre Annibale Maria di Francia, a cura della logopedista, Giuseppina Maggio. Sportelli di ascolto saranno attivi giovedì 13, dalle 9 alle 11, a Camaro Inferiore, nello studio pediatrico della dott.ssa Concetta Ferro, e dalle 14.30 alle 17.30, in via C. Pompea, nello studio pediatrico del dr. Virgilio Garnier. Punti informativi e sportelli di ascolto interesseranno anche il territorio della provincia, il cui calendario è disponibile al link http://www.cittadimessina.it/logopedia.pdf
“Basta la presenza di un piccolo disturbo per creare enormi difficoltà di gestione del linguaggio e conseguente isolamento sociale all’asilo e a scuola e quindi nella vita successiva” sottolineano i logopedisti, che offrono attraverso il proprio sito Internet (www.fli.it) materiale informativo tradotto in varie lingue che sarà a disposizione di professionisti, operatori scolastici, famiglie e comunità straniere presenti in Italia.
“Fenomeni come il passare da una lingua all’altra o il restare a lungo in silenzio in classe – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Federazione Logopedisti Italiani – sono normali nel bambino bilingue e non devono far sospettare un disturbo del linguaggio. Generalmente, occorrono 2 anni di permanenza in un Paese per raggiungere una buona capacità conversazionale, ma se dopo 6 mesi di permanenza in Italia, il bambino non è per niente in grado di esprimersi in italiano, è necessario un approfondimento- evidenzia Rossetto- prestare attenzione innanzi tutto a come il bambino parla nella sua lingua madre. Difficoltà nel fare questo richiedono un’attenzione immediata e la valutazione logopedica”.
“I logopedisti – conclude – dovranno dare sempre il giusto valore alla lingua madre della famiglia d’origine, che va mantenuta per le relazioni affettive e l’educazione, ma dovranno anche potenziare le caratteristiche delle lingua appresa secondariamente, che determinerà l’inserimento nella società”.