C’erano una volta le case di produzione, imperscrutabili colossi che secondo leggi di mercato più o meno condivisibili, decidevano, quasi di nascosto, in un silenzio assenso basato più su macchinazioni che il grande pubblico non immagina,che su una totale fiducia reciproca cosa andasse realizzato e visto e cosa non valesse un investimento.
Poi arrivarono le produzioni indipendenti, piccole e dedicate al finanziamento di pellicole di qualità destinate a un pubblico forse meno sicuro e prevedibile ma potenzialmente molto più entusiasta e duraturo. E insieme a questo pubblico non mancano i riconoscimenti, paralleli a quelli classicamente hollywoodiani ma non meno significativi.
Il Sundance, per esempio, diventa, negli anni, garanzia di qualità e di un certo tipo di prodotto.
Ma col passare del tempo, il progresso tecnologico offre innumerevoli strumenti per la produzione di film a basso costo e in prima persona, e successivamente per condividerli in tempo reale con un pubblico globale.
Questo non annienta le produzioni cinematografiche ma in qualche modo le sorpassa, creando, grazie a piattaforme come YouTube, un rapporto diretto tra autore e un consumatore diverso, che, attivamente, ha la possibilità di commentare, interagire e a volte addirittura intervenire sul prodotto. Miscelando questo nuovo pubblico attivo, libero e determinato in un innovativo sistema di fruizione con l’abbondanza di forum e fandom, vere e proprie comunità telematiche di appassionati, fan sognatori martellanti nel loro commentare e interagire con i protagonisti delle loro serie e film preferiti, ha origine un fenomeno tanto singolare, quanto sempre più incisivo negli ultimi tempi. Tutto cominciò dai fan di Veronica Mars, celebre serie tv con Kristen Bell, che, stanchi di limitarsi a immaginare come sarebbe stato il film che i creatori del telefilm avevano in mente, sfruttano internet per far partire l’equivalente di una colletta, operazione di crowdfunding.
Quindi contribuiscono economicamente alla produzione, in cambio di piccole ricompense, per lo più inestimabili per un appassionato e quasi indifferenti ad estranei. Il successo dell’iniziativa è immediato e i fan raggiungono finalmente il loro obiettivo.
Segue quest’esempio Zach Braff, attore e regista, che chiede aiuto al suo pubblico per realizzare un progetto nel cassetto da anni, “Wish I was here”, dichiarando apertamente di non voler sottostare alle imposizioni delle case di produzione e superando di gran lunga il budget fissato, raccogliendo 1 milione di dollari nelle prime dodici ore dal lancio della campagna.
Poco dopo, in Italia, due youtubers under 30, Claudio Di Biagio e Luca Vecchi, rispettivamente conosciuti sul web come “Non Aprite Questo Tubo” e membro dei“The Pills”, chiedono aiuto per il loro progetto, cercando, tramite indiegogo, di dare forma a un sogno: girare un medio metraggio su Dylan Dog.
Le regole sono chiare: i fan hanno la possibilità di aderire, donando da 1 a 1000 euro e ricevendo, come ringraziamento, materiale legato al film in proporzione al contributo offerto.
In tre mesi raccolgono più di 15.000 euro, lanciando poi una seconda campagna per completare il budget. Il mediometraggio nato da questa esperienza è in fase di post
e verrà sicuramente proiettato in primavera, grazie ad una collaborazione istintiva e proficua con il cinema Iris. Nel frattempo cercheremo di accontentarci di un workshop con Claudio Di Biagio, che, oggi ci darà la sua opinione sul valore di nuove risorse offerte dalla tecnologia e non ancora esplorate fino in fondo nonché la sua visione di YouTube Italia, nella sua evoluzione da piattaforma di condivisione a social network, coi pro ed i contro di un’operazione del genere e .
L’appuntamento da non perdere è quindi oggi alle 16 presso l’Area Movies del Cominks, l’evento del lustro che animerà fino alla notte di lunedì la cittadella sportiva del polo universitario dell’Annunziata. Stay hungry, stay foolish, stay cominks! (MARTINA MORABITO)