Possiamo finalmente consegnare ai posteri anche la giornata numero 25 del nostro massimo campionato. È da poco terminato, infatti, il monday night del San Paolo che ha visto il Napoli non andare oltre l’1-1 contro l’ottimo Genoa di Gian Piero Gasperini. Quando il colpo sotto di Higuain sembrava ormai aver definitivamente orientato l’inerzia della gara, ci ha pensato l’ex Emanuele Calaiò, grande protagonista in azzurro della scalata dalla C1 alla serie A nel biennio 2005-2007, a beffare Pepe Reina con un preciso calcio di punizione che, dopo aver accarezzato l’interno del palo, ha gonfiato la rete difesa dal numero uno iberico. Un pareggio, il quarto tra le mura amiche, che smorza ulteriormente le velleità da secondo posto dei campani, chiamati d’ora in avanti soprattutto a difendere quella terza piazza che vale il playoff di Champions.
Anche nel primo posticipo di questo lunedì 24 febbraio, andato in scena allo stadio Tardini, Parma e Fiorentina si sono spartite la posta in palio. I ducali devono fare mea culpa per non aver approfittato della superiorità numerica, scaturita dall’espulsione di Diakité ad inizio ripresa, cui sono seguite nel convulso finale quelle di Munari e Borja Valero (Montella furibondo in mixed-zone!). Quando c’era da affondare i colpi, infatti, gli emiliani hanno progressivamente arretrato il baricentro, lasciando sempre più campo alla Viola che, a 4 minuti dalla fine, è pervenuta meritatamente al pareggio grazie ad una magia di Mati Fernandez su calcio da fermo.
Risalendo adesso fino alla vetta, un gol cadauno ha consentito alle prime due della classe di proseguire la rispettiva corsa a marce alte.
La Juventus ha capitalizzato al massimo la prodezza del neo capocannoniere Carlitos Tevez – raggiunto l’infortunato Pepito Rossi a quota 14 reti – per regolare allo Stadium il Torino nel 188° derby della Mole. Una sfida giocata sul filo dei nervi, poco spettacolare e molto chiacchierata nel dopo partita per un rigore che Rizzoli avrebbe dovuto concedere ai granata, per il resto raramente pericolosi, a 10 minuti dalla fine. Poco importa che, già sull’1-0, il non sufficiente Rizzoli poteva fischiarne un altro a beneficio dei bianconeri che avrebbe chiuso i giochi: in pochi lo hanno evidenziato, come sempre si dà risalto soltanto agli errori pro Vecchia Signora. E probabilmente, sotto sotto, la cosa in società non dispiace più di tanto dal momento che il famigerato Luciano Moggi non c’è più: sudditanza psicologica, questa sconosciuta.
Una zampata di Radja Nainggolan ha invece deciso a favore della Roma, parimenti impostasi di misura, l’unico anticipo del sabato disputatosi al Dall’Ara di Bologna. Il gap tra la capolista e gli uomini di Rudi Garcia ammonta sempre a 9 lunghezze (potenzialmente 6, perché i giallorossi devono recuperare il match casalingo con il Parma), ma il doppio incrocio con le milanesi del prossimo weekend potrebbe incidere, e non poco, sulla lotta scudetto. Tenendo sempre presente che lo scontro diretto, allo stadio Olimpico, si disputerà al penultimo turno.
Chi invece non riesce a dare continuità alle proprie prestazioni è l’Inter, che dopo il blitz di Firenze ha impattato in casa contro il Cagliari. Va accelerato il passaggio di consegne tutto argentino tra Milito e Icardi, il signor Nara – se adeguatamente focalizzato sul rettangolo verde – può apportare un contributo importante alla causa nerazzurra. Piccola nota di colore: Erick Thohir non riesce a sfatare il tabù San Siro, con il nuovo presidente in tribuna mai finora sono arrivati i 3 punti. Se la scaramanzia fa proseliti anche in Indonesia, magari la prossima volta che sarà di stanza a Milano il tycoon assisterà al match in hotel, comodamente adagiato davanti la tv. L’andatura altalenante della Beneamata corrobora le speranze del Milan, il cui tangibile obiettivo è adesso rappresentato dal sopravanzare in classifica i cugini, sperando che l’eventuale sorpasso possa bastare per salire in corsa sul treno Europa League. Il 2-0 con il quale i rossoneri hanno sbancato Marassi reca in calce le firme di Adil Rami e Adel Taarabt, due rinforzi low cost di gennaio, altrettanti messaggi di Adriano Galliani a Barbara Berlusconi, all’insegna del continua pure ad occuparti del brand, il settore sportivo è un’altra cosa, anche quando la cassaforte è chiusa.
Discorso analogo, in chiave europea, valido anche per la Lazio, appaiata alla banda Seedorf al nono posto in graduatoria a quota 35. Nella notte della furente contestazione a Claudio Lotito, i biancocelesti sono riusciti a superare un Sassuolo mai domo col risultato di 3-2. Malesani incassa la quarta sconfitta in altrettante partite, ma il vulcanico tecnico veneto può guardare il bicchiere mezzo pieno: i suoi ragazzi hanno sfoggiato la grinta tipica del loro condottiero, non perdendosi mai d’animo al punto da recuperare per due volte lo svantaggio, prima che il rocambolesco autogol di Cannavaro archiviasse la pratica in extremis.
La bagarre salvezza resta comunque apertissima, con 5 squadre raccolte in quattro punti, e a tal riguardo vanno registrati i pesanti K.O. di Livorno e Catania. I toscani si son svegliati tardi nel lunch-match domenicale che li vedeva opposti al superbo Verona di Andrea Mandorlini e Luca Toni, sempre più decisivo e ormai giunto a un tiro di schioppo dal trono della classifica marcatori. Mentre gli etnei hanno rimediato una batosta ancora più grave, se vogliamo, poiché maturata al Bentegodi nello “spareggio” contro il Chievo che mancava l’appuntamento con la vittoria da oltre due mesi . Pari e patta, infine, allo stadio Friuli, dove un rigore conquistato e trasformato da Totò Di Natale ha consentito all’Udinese di agguantare l’Atalanta.
JODY COLLETTI Twitter: @jodycolletti