”Ieri (23 gennaio) un assistente di polizia penitenziaria e’ stato improvvisamente aggredito da un detenuto ristretto al cosiddetto ‘Reparto Medicina’ del carcere di Messina”. E’ quanto fa sapere Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che spiega: ”Il collega, nel pieno svolgimento delle proprie mansioni, nel chiudere una cella, e’ stato improvvisamente e letteralmente preso per il collo, col chiaro tentativo di strangolarlo”.
”Solo la prontezza di riflessi -prosegue il rappresentante del Sappe- ha consentito all’assistente di svincolarsi ed evitare il peggio, ma che non ha impedito, purtroppo, la necessita’ delle cure del pronto soccorso del vicino policlinico, ove appunto sono state riscontrate delle lesioni a livello della regione laterale del collo da tentativo di strangolamento’ e contusione spalla sinistra con ematoma”. Tutto ciò ”rientra in un’escalation di eventi critici che oltre a destabilizzare ordine, sicurezza e disciplina, comportano anche delle conseguenze al personale sia sul piano fisico che psichico, in quanto, oltre a dover espletare l’attivita’ lavorativa in condizioni critiche e disagiate, vi è la conseguenza sul lato umano, con ripercussioni anche nel contesto familiare ed affettivo”.
”Si pensi che solo qualche giorno fa -ricorda Capece- nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, un internato ha aggredito un ispettore di Polizia Penitenziaria, strappandogli letteralmente con un morso la falange del dito mano destra”. Il sindacato dei baschi azzurri ”esprime piena solidarieta’ al collega aggredito a Messina” e ricorda come ”negli ultimi anni il Sappe abbia particolarmente monitorato la casa circondariale di Messina, ricevendo il piu’ totale ed assordante silenzio da parte degli organi competenti per risolvere alcune tematiche, in particolar modo un sovraffollamento di detenuti che attualmente supera i 400 presenti, ovvero il doppio della capienza regolamentare”. Ma ”ancora più grave -prosegue Capece- e’ la carenza di personale di polizia penitenziaria, più volte denunciata a tutti i livelli ed anche attraverso manifestazioni, ma che a nulla sono valse”.
Nella casa circondariale di Messina, denuncia il sindacato, c’èuna carenza di uomini di oltre cento unità; a queste si aggiungono ulteriori 23 unità, necessarie per l’apertura del reparto detentivo presso l’azienda ospedaliera “Papardo” di Messina.